Elezioni, da Firenze a Bari a Potenza: la competizione tra Pd e M5S

WCENTER 0JGCCESGCF FOTO CARCONI / TOIATI PER CUSENZA - POLITICO - MESSAGGERO SIMBOLI DEI PARTITI DEPOSITATI AL VIMINALE
di Federico Sorrentino
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Domenica 12 Maggio 2024, 05:30

Chiuse ieri, a meno di un mese dal voto, le liste dei candidati per eleggere sindaci e consigli di oltre 3700 comuni, il 47% del territorio italiano. Numeri importanti perché si vota l'8 e 9 giugno e sarà election day con le europee - in Piemonte si rinnova anche la guida della Regione - con 29 capoluoghi di provincia interessati, di cui 6 capoluoghi di regione. La platea è dunque ampia e sarà interessante vedere come reagirà l'elettorato, assai stressato in un anno con le urne spesso aperte. Manca il nord nei 6 capoluoghi di provincia (Bari, Cagliari, Campobasso, Firenze, Perugia e Potenza) ma in zone come il Torinese si apriranno le urne in 8 grandi comuni. Dopo i recenti fatti giudiziari in Puglia e Liguria, il test sarà poi valido per capire come risponderanno le coalizioni, col centrosinistra non sempre unito a livello locale. Curiosa anche la coincidenza di tre sistemi di voto diversi: proporzionale alle europee, maggioritario secco alle regionali, doppio turno alle comunali (serve il 50% +1 sopra i 15mila abitanti). Ci sarà quindi il paradosso di assistere per 48 ore ad alleanze e contrapposizioni contemporanee.

I GRANDI CENTRI
I riflettori sono puntati sulle grandi città. A Bari ad esempio, dove aleggia sempre l'ipotesi dello scioglimento per mafia e bisogna eleggere il successore di un peso massimo come Antonio Decaro (Pd). Il centrodestra sogna la vittoria dopo le inchieste giudiziarie che hanno spezzato l'alleanza Pd-M5s. Cinque i candidati, 26 liste e un totale di 850 aspiranti consiglieri comunali. In lizza Sabino Mangano, ex M5S (una lista); Michele Laforgia (6 liste) M5s e SI; Vito Leccese (7 liste) Pd, Verdi e Azione; Fabio Romito (10 liste) centrodestra; e il civico Nicola Sciacovelli (2 liste). Il ko potrebbe essere però ancora più rumoroso a Firenze, storica roccaforte rossa, dove il centrosinistra è imploso e Eike Schmidt (centrodestra) medita lo sgambetto. Saltata l'alleanza Pd-M5s, Renzi porterà via voti con una sua candidata. Schmidt sogna il ballottaggio e ha 9 avversari. Principalmente Sara Funaro (centrosinistra), la renziana Stefania Saccardi, Lorenzo Masi (M5s) e Cecilia Del Re, uscita dal Pd dopo lo strappo sulle primarie. Schmidt punta ai loro voti nel secondo turno.

I DUE ZEDDA
A Cagliari 5 candidati ma sarà testa a testa tra Alessandra Zedda (8 liste, centrodestra) e Massimo Zedda (10, centrosinistra).

Poi i tre civici Giuseppe Farris, Emanuela Corda, Claudia Ortu. Azione invece non sosterrà nessuno dei cinque.

Dimezzati i candidati per Perugia. Nel 2019 furono 10, ora 5. Qui centrosinistra unito su Vittoria Ferdinandi; poi Margherita Scoccia centrodestra; Massimo Monni (Perugia-Merita); Leonardo Caponi (Pci); l'ex calciatore Davide Baiocco Alternativa popolare. A Campobasso sfida a tre: Aldo De Benedittis centrodestra (6 liste), Marialuisa Forte centrosinistra (3 liste) e Pino Ruta per Cantiere Civico (3 liste). Il sindaco uscente, Paola Felice (M5s), non è ricandidato. Centrosinistra diviso pure a Potenza: 5 candidati e 17 liste. Qui non c'è proprio il simbolo Pd. I candidati sono il vicepresidente della giunta regionale uscente, il leghista Francesco Fanelli (centrodestra con Azione e IV, come alle regionali per l'elezione di Bardi); l'unica donna Maria Grazia Marino (Forza del Popolo); e tre esponenti di centrosinistra. I consiglieri uscenti Francesco Giuzio (Basilicata Possibile), Pierluigi Smaldone (M5S) e Vincenzo Telesca (maggioranza Pd ma senza simbolo per spaccature nel partito).

ABRUZZO E LIGURIA
Dove il centrosinistra sarà unito è a Pescara con Carlo Costantini (5 liste). Per il centrodestra il sindaco uscente Carlo Masci (6 liste). Poi il civico Domenico Pettinari (2 liste) e Gianluca Fusilli (Stati Uniti d'Europa). Prevista una consiliatura di soli tre anni se nel 2027 nascerà Nuova Pescara (fusione Pescara, Montesilvano e Spoltore). Non voteranno grandi città liguri ma bisogna rinnovare 125 amministrazioni su 234, il 53,4%. Sopra i 15mila abitanti si vota a Rapallo, Sanremo e Albenga. Sarà il primo test elettorale dopo il terremoto che ha investito la Regione. Curiosa storia a Melissa, 3.200 abitanti nel crotonese. Non potranno votare perché non è stata presentata alcuna lista malgrado i due candidati fossero pronti. La rinuncia è per l'incertezza sul futuro del comune che rischia uno scioglimento per infiltrazioni mafiose. A Petacciato (Campobasso) invece, 3500 abitanti, c'è una sola lista. Quella di centrodestra che fa capo al vicesindaco uscente e annovera già la maggioranza uscente.

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