Banca Popolare del Frusinate, un gruppo di soci: «Chiarezza dopo le indagini»

Alla vigilia dell’assemblea dell’istituto di credito in programma per la fine di maggio, alcune persone hanno deciso di uscire allo scoperto

Banca Popolare del Frusinate, un gruppo di soci: «Chiarezza dopo le indagini»
di Giovanni Del Giaccio
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Mercoledì 8 Maggio 2024, 07:00

Si sono dati appuntamento per venerdì alle 17, presso l’auditorium delle Terme di Pompeo. All’ordine del giorno «i gravi e noti provvedimenti assunti, dalla magistratura penale nei confronti di figure apicali della Banca popolare del Frusinate». Sono un gruppo di soci che hanno deciso di uscire allo scoperto, alla vigilia dell’assemblea dell’istituto di credito in programma per la fine di maggio. La Banca, sin dal primo momento, si è detta parte lesa nella vicenda relativa alla cosiddetta truffa del superbonus e ai mutui concessi con una certa leggerezza, secondo gli investigatori della Procura di Frosinone. Un’indagine andata avanti a lungo e dalla quale sono emerse operazioni quantomeno singolari. Vicende che nel febbraio scorso hanno portato all’esecuzione di 11 misure cautelari, tra arresti e domiciliari, nel frattempo attenuate, tra revoche e concessione di benefici. Si attende, ormai, l’avviso di conclusione indagini.

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LA LETTERA

Proprio quelle contestazioni, si legge nella nota diffusa alla vigilia dell’incontro convocato a Ferentino «hanno determinato fermento, perplessità, preoccupazioni, incertezze e reazioni da parte di un gruppo di soci, tra i quali era già molto diffuso un malcontento, anche per le perdite di valore delle loro partecipazioni azionarie».

Malcontento, secondo firmatati della missiva, legato alla «impossibilità di smobilizzare, con la vendita, le partecipazioni per l’inesistenza – di fatto – di negoziazioni delle stesse» ma anche al«non poter esercitare, in pratica, alcuna capacità di influenza sulle scelte gestionali della Banca».

A PORTE CHIUSE

L’assemblea dei soci è convocata “non in presenza”, modalità prevista dall’epoca Covid e che prevede lo svolgimento telematico della riunione nel corso della quale si è chiamati ad approvare il bilancio 2023 e a rinnovare le cariche sociali. Si procederà tramite un “rappresentante designato” - di una società con sede a Milano - come previsto in casi del genere. Modalità che secondo i firmatari del documento «risultano ostiche ed impraticabili per un gran numero di soci senza la possibilità di un confronto diretto e personale in una fase particolare e delicata». Gli stessi soci ricordano che per nell’ultima relazione al bilancio approvata dal consiglio di amministrazione si legge che per la Banca sono «qualcosa di più di un semplice azionista/investitore, il vero apportatore di capitale sociale, di relazioni, risorse e valori». Un’enunciazione di fronte alla quale si chiede, a maggior ragione in questo momento delicato, di poter confrontarsi apertamente. Cosa che non può avvenire in via telematica, anche se c’è stato nei giorni scorsi un incontro preparatorio - nella sala della vicina Cassa Edile, confinante con la sede della banca - per cercare di arrivare allo svolgimento dell’assemblea sociale in maniera “indolore”. Incontro che però non ha portato ai risultati sperati. Va ricordato, comunque, che l’istituto di credito ha accantonato in via prudenziale - qualora le società coinvolte non dovessero rispettare i termini di pagamento dei finanziamenti - 19 milioni di euro e che per quei mutui ci sono comunque le dovute garanzie.

GLI OBIETTIVI

Ad ogni modo è partita l’iniziativa del gruppo di soci che ha come obiettivi « la tutela del valore delle azioni della Bpf e dei diritti degli azionisti, nel superiore interesse della Banca». L’iniziativa è aperta a tutti i soci della Bpf che condividano i principi ispiratori e che vogliano apportare il proprio contributo di idee e competenze».

L’INCHIESTA

Se da un lato si attende la chiusura dell’inchiesta, dall’altro va ricordato che c’era una parte dei documenti secretata che non era stata consegnata ai difensori degli indagati. Segno che esiste un accertamento ancora in corso. Dal precedente, invece, emergono vicende nuove come la concessione di un mutuo per l’acquisto, a Roma, di un bene che era stato rivendicato dal Demanio e la garanzia prestata per un altro finanziamento indicando un contratto che era stato rescisso e comunque di valore inferiore a quello inserito nell’atto.

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