Ora c’è una data, il 7 maggio. Quel giorno l’ingegnere di Fiuggi Maurizio Cocco, dopo aver trascorso quasi due anni nel carcere-lager di Abidjan in Costa d’Avorio, sarà di nuovo un uomo libero. Nel bene o nel male. Il ciociaro di 61 anni, arrestato nel giugno del 2020 con le accuse di narcotraffico e riciclaggio, poi rivelatesi totalmente infondate, alla fine da detenuto ha dovuto sostenere un processo per una presunta frode fiscale. Nell’ultima udienza, svoltasi una decina di giorni fa, ci sono state le arringhe dei difensori. Ora manca soltanto la sentenza, che arriverà appunto tra due settimane.
L’accusa ha chiesto per lui una condanna a 22 mesi di reclusione. Cocco, la sua famiglia e i suoi legali, nonostante l’assurda vicenda che lo ha travolto, sperano che la verità possa venire fuori e confidano in un’assoluzione. Ma nella peggiore delle ipotesi, quella di una condanna, il ciociaro avrebbe già scontato la pena e potrebbe quindi uscire dal carcere per riabbracciare la moglie e i figli.
LE CARTE
Una volta libero Cocco racconterà la sua verità, quello che è successo dal giorno di due anni fa quando è stato sepolto in un carcere inserito nella lista nera per la violazione dei diritti umani, ma intanto nel processo sono emersi altri dettagli della sua assurda storia.
LA CAUZIONE
Sul pagamento in contanti, poi, è emersa una circostanza a dir poco curiosa. L’imprenditore francese finito in carcere per la stessa vicenda che ha coinvolto Cocco è tornato libero da mesi grazie al pagamento di una cauzione di un milione e mezzo di euro. E nel processo è venuto fuori che questi soldi all’autorità giudiziaria ivoriana sarebbero stati pagati cash, in contanti. E così avrebbero fatto tutti gli altri imputati arrestati a suo tempo insieme a Cocco e poi scarcerati dopo il pagamento della cauzione.
Intanto Assunta Giorgili, moglie dell’ingegnere, lamenta che nell’ultima udienza, tra le tante ambasciate presenti in aula per sostenere i proprio connazionali imputati, mancava quella italiana.