L'aurora visibile anche in Italia, il Noaa: danni ai sistemi gps e comunicazioni radio

L'aurora visibile anche in Italia, il Noaa: danni ai sistemi gps e comunicazioni radio
di Raffaele d'Ettorre
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Domenica 12 Maggio 2024, 06:35
Occhi puntati al cielo venerdì notte per l’aurora boreale che ha tinto di rosa i cieli italiani. Uno spettacolo affascinante subito catturato dai social, con tantissimi scatti pubblicati sulle piattaforme (soprattutto al Nord, ma tante immagini sono arrivate anche dalla Capitale) per catturare un fenomeno insolito, quello dell’aurora, generalmente visibile a latitudini più elevate, nelle regioni più vicine ai Poli. Ma in presenza di una forte attività solare, la quantità di particelle che raggiunge la magnetosfera terrestre è tale che occasionalmente questo fenomeno può essere osservato anche a medie latitudini come la nostra, soprattutto in situazioni di eccezionale attività del Sole. E proprio eccezionale sembra essere la tempesta solare e geomagnetica che sta investendo in queste ore il nostro pianeta, la più forte – dicono gli esperti - degli ultimi vent’anni. 

Secondo il Centro di previsione meteorologica dell’agenzia statunitense Noaa (che già giovedì aveva diramato un’allerta per eruzioni solari multiple dirette verso la Terra, con arrivo previsto tra venerdì e sabato) si tratta infatti della prima tempesta geomagnetica "estrema" (di livello 5 su una scala di 5) dal 2003 ad oggi. Proprio in queste ore il Noaa sta lavorando con gli operatori satellitari e di rete per prepararsi a eventuali interruzioni di energia o di comunicazione dovute alla tempesta. I primi problemi, secondo l’agenzia americana, si sono già verificati: i sistemi Gps sono «degradati o inutilizzabili per ore». Le comunicazioni radio ad alta frequenza risultano «sporadiche o interrotte». Eventi di questa portata bombardano la Terra con particelle subatomiche che possono disturbare o anche distruggere i sistemi di navigazione, interferendo con i segnali radio e le infrastrutture elettriche. 

Nel 2003 una tempesta di intensità simile a quella attuale causò un blackout in Svezia e danneggiò alcuni trasformatori elettrici in Sud Africa. Il caso più noto - l'Evento di Carrington, la più grande tempesta geomagnetica mai osservata dagli astronomi – nel 1859 mise in ginocchio i sistemi telegrafici per 14 ore, causando un’aurora visibile in gran parte del pianeta. 
«Il Sole in questo momento sta facendo i capricci», spiega Massimo Capaccioli, astrofisico, Professore emerito di Astronomia all'Università Federico II di Napoli, è stato presidente della Società Astronomica Italiana. «La nostra stella è una macchina ciclica, che passa da periodi di grande calma a fasi di attività più intensa, come questa. Qui il vento solare, un vento di particelle simile alla corrente elettrica, diventa più intenso e quando raggiunge la Terra interagisce con il suo campo magnetico, che devia questi “proiettili solari”, cambiandone il livello energetico. Per liberarsi dell’energia in eccesso, le particelle solari la emettono sotto forma di luce. Questa luce è quella che forma l’aurora boreale». 

Attenzione però, perché quando il nostro campo magnetico respinge le particelle solari si indebolisce, e quella delle ultime ore è solo la prima di altre “raffiche” in arrivo dal sole. «Il primo brillamento è sempre quello più intenso», spiega Marco Stangalini, astrofisico, responsabile per l’Asi del programma Solar Orbiter, la missione che si occupa di studiare il Sole a distanza ravvicinata. «È già arrivato sulla terra venerdì sera, ma in viaggio ce ne sono almeno altri quattro o cinque. Il nostro campo magnetico in questo momento è sotto stress, e non è facile prevedere quale sarà l’effetto di sovrapposizione di eventi anche più piccoli». Precisando che in questi casi è sempre meglio non darsi agli allarmismi, Stangalini ammette però che «sì, questi eventi possono generare delle problematiche nei sistemi di telecomunicazione e di navigazione aerea. Difficile fare previsioni, ma il passato ci insegna che con eventi anche minori ci sono state alcune problematiche sulle reti elettriche». 

Le perturbazioni nel campo geomagnetico infatti inducono delle correnti elettriche sul suolo terrestre – un po’ come accade con i caricabatterie a induzione per smartphone - e potrebbero compromettere le linee di trasmissione. Ma «gli operatori lo sanno e – aggiunge Stangalini - dopo aver già affrontato eventi simili in passato, sono più preparati a gestire questo tipo di emergenze». Completamente immune invece, fa sapere il Noaa, le rete di telefoni cellulari, mentre il fenomeno, rassicurano gli esperti dell’agenzia americana, non dovrebbe avere un «impatto diretto sulla sicurezza pubblica e nessun impatto di primo ordine sui dispositivi elettronici di consumo». 

Al netto di eventuali blackout, rimane dunque «l’occasione unica di entrare in contatto con un evento astrofisico che ha segnato l’immaginario dell’uomo per generazioni», afferma Capaccioli. «Se poi ci dovesse causare qualche danno, speriamo che questi danno siano veramente marginali, come di solito succede. E quindi ci siamo pagati con quei pochi danni questo straordinario spettacolo». 
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