Data center, la Puglia offre energia rinnovabile e aree industriali. Ipotesi BlackRock per la centrale di Brindisi

La regione in prima fila per la costruzione di Data center. Luca Baldin: "la sostenibilità è un tema centrale"

Data center, la Puglia offre energia rinnovabile e aree industriali. Ipotesi BlackRock per la centrale di Brindisi
di Francesco G.Gioffredi
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mercoledì 16 ottobre 2024, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 17 ottobre, 07:36

Oltre il passato industriale, e con lo sguardo già proiettato sulle opportunità dell'economia digitale.

La Puglia vuol correre e i data center sono molto più di un'idea suggestiva: per contesto, collocazione strategica, produzione di energia da rinnovabili e competenze, il territorio pugliese si candida quasi naturalmente al ruolo di hub per infrastrutture di stoccaggio dati al servizio dei big player del digitale. E le prime, caute interlocuzioni tra investitori e istituzioni già si intravedono. Tracce, due su tutte: a novembre, nell'ambito di “Smart building Levante”, si terrà a Bari il “Mediterranean Data center meeting”, occasione d'incontro tra Italian Data center association e istituzioni regionali; in parallelo, BlackRock – fondo d'investimenti americano e tra i principali soci di Enel – vaglia il sito della centrale termoelettrica di Brindisi (destinata al phase out dal carbone nel 2025) per insediare un data center.

L’ANALISI

Piani separati, ma che restituiscono clima e scenario in Puglia. «I dati sono il petrolio di domani e i data center sono strutture abilitanti di un territorio, lo proiettano nel futuro. Attorno ai data center si sviluppa un'economia di altro profilo e innovativa», spiega Luca Baldin.

Manager di “Smart building Levante”, è il regista dell'evento in programma a Bari il 14 e 15 novembre, oltre che tra i principali sostenitori della Puglia come location privilegiata per le infrastrutture dei dati. L'analisi parte dallo scenario: «Una percentuale molto elevata di data center è nell'hinterland milanese. Tuttavia, come emerso parlando con i colleghi dell'Ida (l'Italian Data center association, ndr), è già saturo e si incontreranno difficoltà per allocarne altri. Anche perché si tratta di infrastrutture estremamente energivore. La concentrazione in quell'area aveva senso dal punto di vista operativo perché lì ci sono più operatori di big data, ma ora l'hinterland milanese può sostenerne fino a un certo punto. E perciò abbiamo pensato alla Puglia». Innanzitutto, spiega Baldin, c'è un fattore discriminante: «Un tema centrale è quello della sostenibilità, in linea tendenziale i data center possono arrivare a consumare l'8% dell'energia del Paese. E per questo si punta al green per alimentarli. La Puglia è una regione che produce da rinnovabili molta più energia di quella che consuma, c'è una grande disponibilità che può essere messa al servizio dei data center». I numeri non mentono: la Puglia è seconda regione per capacità installata (6,4 Gw), prima nell'eolico (3,1 Gw) e seconda nel fotovoltaico (3,3 Gw), senza trascurare la carta delle hydrogen valley. «Inoltre, è il terminale di importanti cavidotti sottomarini da Sud e da Est, ed è un territorio a bassa sismicità».

L’INTEGRAZIONE

Ulteriore fattore, «A Bari c'è l'unico grande Politecnico del Sud, e dunque un potenziale bacino di tecnici specializzati. La vera ricaduta è l'economia indiretta: centri di ricerca, industrie ad alta tecnologia, sono tanti i benefici». I primi colloqui esplorativi con la Regione ci sono già stati, seppur a fari spenti. «La richiesta di chi investe nei data center – avverte Baldin – non sono economiche: vogliono una burocrazia efficiente, rapidità delle autorizzazioni e certezza dell'iter». La Puglia è al bivio delle due transizioni. E le aree industriali dismesse potrebbero essere la “casa” più accogliente per i data center: spazi già infrastrutturati e disponibili. Proprio come a Brindisi, nel sito della centrale a carbone Enel: destinata alla dismissione, l'area dovrebbe ospitare investimenti sulle rinnovabili, sono previsti due campi fotovoltaici da 51 Mw in tutto e un sistema di accumulo “Bess” da 40 Mw con batterie agli ioni di litio. Connessioni energetiche e logistica collegata rendono ulteriormente appetibile l'area, e BlackRock ha inserito la centrale di Brindisi tra le potenziali opzioni.

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