Tik Tok e la cyberguerra agli Usa: così la Cina ci spia

Tik Tok e la cyberguerra agli Usa: così la Cina ci spia
di Valentino Di Giacomotik tok
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 13:03

Si chiama Tik Tok e i giovanissimi ne vanno matti. Si tratta di un social network cinese che consente di produrre e postare video divertenti di 15 secondi, un successo epocale perché questa applicazione per smartphone ha ormai raggiunto oltre 2 miliardi di utenti, una nuova frontiera per i social al punto che se i ritmi di crescita restassero questi, ben presto l'app cinese potrà scalzare i più celebri Instagram, Facebook e Twitter. Un successo epocale che è però entrato sotto la lente dell'intelligence degli Stati Uniti: il governo americano teme che l'app possa essere utilizzata dai Servizi cinesi per raccogliere informazioni sensibili nel resto del mondo. Al momento si tratta di un allarme generico, ma i pericoli potenziali non vanno certamente sottovalutati.

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Al momento a interessarsi della vicenda è il Comitato per gli investimenti esteri Usa, il Cfius, un panel federale che esamina l'impatto sulla sicurezza nazionale delle acquisizioni straniere avanzate nei confronti di aziende americane. Il successo di Tik Tok nasce anche da un decisivo accordo avvenuto due anni fa, quando la ByteDance, lo sviluppatore cinese di Tik Tok, ha acquisito l'app americana musical.ly per circa un miliardo di dollari. I funzionari statunitensi hanno sviluppato diversi dossier, al momento rimasti anonimi, ma in cui ci sarebbero le prove dell'invio di dati degli utenti iscritti a Tik Tok in Cina. In realtà sarebbe una pratica obbligatoria per le aziende cinesi dal momento che la legge sull'intelligence di Pechino prevede necessariamente una collaborazione delle proprie società con gli apparati di sicurezza cinesi. Il caso si inserisce certamente nella guerra a tutto campo in atto tra le due super-potenze, allarmi simili sono stati diramati dalle agenzie governative statunitensi anche verso i due colossi informatici del Dragone: Huawei e Zte. Come per le due società informatiche anche Tik Tok ritiene le accuse infondate. I centri dati della società ha evidenziato l'azienda di Pechino - sono situati al di fuori della Cina e nessuno dei suoi dati sarebbe soggetto alle norme della Repubblica Popolare. Sul caso hanno sollevato dubbi sull'operato della società cinese sia i Democratici che i Repubblicani, rispettivamente con i senatori Chuk Schumer e Tom Cotton.
 


Per gli americani la crescita esponenziale di app cinesi rappresenta un pericolo primario. Già lo scorso febbraio Tik Tok fu già raggiunta da un provvedimento della Federal Trade Commission, accusata di aver raccolto informazioni personali dei minori di tredici anni senza il consenso dei genitori. Per questo era stata comminata una multa di 5,7 milioni di dollari. Ma il pericolo più temuto dall'intelligence americana è che l'applicazione sta diventando molto popolare anche tra gli appartenenti alle forze armate statunitensi. Un caso di sicurezza nazionale. Le app social cinesi e no - raccolgono infatti molti dati sugli utenti: ma tali informazioni, nelle mani del governo cinese, potrebbero essere utilizzate per scopi malevoli secondo le agenzie di sicurezza Usa. Il pericolo più temuto è che le autorità cinesi potrebbero attivare il riconoscimento facciale di personaggi legati alla National Security ed estrarre informazioni anche sulle attività militari. A Washington si teme inoltre, dopo i sospetti di influenze russe alle ultime elezioni presidenziali, che anche la Cina si stia attrezzando attraverso la penetrazione nei Paesi occidentali dei suoi social network, per poter in qualche modo condizionare le campagne elettorali negli Usa in base ai contenuti che diventano virali e possono alterare la percezione della popolazione su varie tematiche. Ad esempio l'accusa che viene avanzata a Tik Tok è di censurare alcuni contenuti politici lesivi della reputazione di Pechino, su tutti la questione di Hong Kong con gli scontri tra polizia e manifestanti che vanno avanti da mesi, ma di cui sul social cinese non ci sarebbe traccia.

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Negli ultimi 12 mesi Tik Tok è stata scaricata da circa un miliardo di persone, più di Facebook, Instagram, YouTube e Snapchat. Ad agitare gli Usa, come testimonia un report realizzato di recente dal prestigioso think tank Brookings Institution, che i cyber attacchi cedono sempre più il passo a nuove forme di guerra ibrida che alcuni Stati starebbero mettendo a punto, partendo dallo sviluppo di tecnologie come l'intelligenza artificiale, automazione e machine learning, combinato a un sapiente utilizzo di big data. Ciò che sembra un semplice passatempo, come i social network, possono rappresentare in realtà una grande arma a disposizione per chi riesce a impossessarsi di questa moltitudine di dati. In Italia sono ormai oltre 2 milioni gli utenti che usano il social network cinese. Per prevenire anche questi pericoli il nostro Paese si è attrezzato recentemente con nuove direttive per la cybersecurity. La scorsa settimana è stato istituito il CSIRT (Computer Security Incident Response Team) in capo ai nostri Servizi segreti e alla Presidenza del Consiglio, con il compito di definire le procedure tecniche per la prevenzione e la gestione di incidenti informatici.
Le guerre moderne si combattono sempre più nel cyberspazio, anche i nostri apparati di sicurezza sono ormai attrezzati per prevenire le crescenti minacce.

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