«So già che Jannik giocherà a un livello molto alto, come ha fatto praticamente in tutti i tornei nell’ultimo anno e mezzo. Ma queste sfide tirano fuori il meglio di me. Non si può essere più motivati di così, soprattutto alla mia età, giocando al meglio dei 5 set nelle fasi finali di uno Slam e contro il numero 1 del mondo. Non penso a come fermarlo. Penso a come farò a realizzare ciò che voglio in campo e a sentire come voglio sentirmi. E farò del mio meglio per farmi trovare pronto».
Dopo la lezione di tennis a Sascha Zverev che costringe a giocare ai suoi ritmi, lontano dal campo e sulla amata diagonale di rovescio, Novak Djokovic bissa il successo dei quarti agli Australian Open contro Alcaraz e guarda deciso negli occhi Sinner, creato a sua immagine e somiglianza, che affronta stasera alle 19.
DJOKO 2.0
Battendo Zverev, Novak assicura a Jannik di restare numero 1 del mondo anche dopo Wimbledon, ma a 38 anni e 3 giorni minaccia il Profeta dai capelli rossi con l’esperienza di secondo più anziano semifinalista era Open, dietro il mitico Gonzales (40 e 18 giorni nel 1968) e con 51 semifinali Majors (5 più di Federer). «Il mentale sarà decisivo», chiosa coach Cahill, con la sfida sul 4-4. Jannik s’è aggiudicato le ultime 3, Novak ricorda l’unico successo sulla terra, nel lontano 2021 a Montecarlo, quando lo irretiva sul dritto. Zverev. l’applaude: «Non l’avevo ancora visto giocare così bene quest’anno, non riuscivo più a fargli un punto da fondo, aveva tutte le soluzioni. Ha vinto 24 Slam e gioca a un livello molto alto: è stato un po’ sottovalutato».
ESPERIENZA
La carriera di Sinner è svoltata alle ATP Finals di due anni fa col primo successo contro Djokovic, il suo idolo e riferimento. «È tornato al suo livello ed è un avversario molto difficile, per esperienza e capacità tattica». Che Cahill traduce: «Il fattore mentale è sempre quello decisivo. Penso sarà molto fisica, Jannik ha vinto 19 partite Slam di fila e ha tanta fiducia». Augurandosi tre set veloci com’è successo finora, restando in campo 9 ore e 35 minuti per 5 partite, 3 meno di Alcaraz e Djokovic, mentre Musetti, con 13 ore e 43’, è il maratoneta dei magnifici quattro di Parigi. Intanto l’Italia s’aggiudica il doppio misto con Sara Errani ed Andrea Vavassori che bissano gli US Open, guadagnano 122mila euro di premio da dividere in due ed i complimenti del Primo Ministro, Meloni, per una specialità amata dal pubblico. Almeno come il singolare donne, con Sabalenka che doma la regina Swiatek e affronterà in finale Coco Gauff, che ha interrotto la favola di Lois Boisson (6-1 6-2).