La finale si giocherà alle 16.15 e sarà molto importante perché darà anche l'accesso all'Europa League. Zeman nella sua carriera ha ottenuto promozioni con Licata, Foggia e Pescara, ha allenato squadre importanti come la Lazio di Cragnotti e la Roma di Sensi, oltre a Napoli, Cagliari, Fenerbahce e Stella Rossa, ma ora in Svizzera vede a portata di mano il primo trofeo. Ed a darglielo potrebbe essere un 19/enne attaccante che segna molto, Anastasio Donis, greco di origine inglese che ha giocato nel Sassuolo, ma è di proprietà della Juventus, «nemica» storica del boemo, oggetto di mille polemiche in passato. Donis in 31 partite ha segnato 9 gol (più 7 assist).
Presentando il match Zeman ha mostrato il solito distacco: «È un'enorme soddisfazione partecipare alla finale, un grande stimolo quello di vincere la coppa ed accedere all'Europa League. Ma ribadisco che la salvezza è stata un miracolo perché il Lugano rispetto alle altre aveva meno esperienza, meno valori, meno possibilità economiche». Una finale che vede protagoniste le due squadre giunte ultima e penultima delle dieci della Super League elvetica: «Ma a parte le prime due più forti, Basilea e Young Boys - ha detto Zeman - c'è stato grande equilibrio tanto che le ultime quattro sono arrivate nel giro di quattro punti. Siamo stati bravi a sfruttare il calendario».
Nel più puro stile zemaniano il Lugano ha avuto il settimo attacco e la peggiore difesa.
Gli unici 0-0 li ha fatti proprio con lo Zurigo, l'avversario di domani. Per Zeman, vista la scarsa qualità della squadra a sua disposizione, sarebbe un'impresa da ricordare. Che potrebbe convincere la società ad offrirgli per la prossima stagione una rosa più competitiva.
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