I CATTIVI
Wayne Rooney, capitano dell'Inghilterra. Secondo i numeri: di questi tempi, instabili per il Man Utd, fatica a mettere insieme gol (uno solo, all'esordio, col Bournemouth). Secondo il Sun: la sera del successo della settimana scorsa sulla Scozia, faticava a mettere insieme anche le frasi. Festa di matrimonio nell'albergo dell'Inghilterra, Grove Hotel, zona Hertfordshire: bisboccia fino alle 5 di mattina, gli occhi avvinazzati, vieni sul divano Wayne che due invitate vogliono farsi la foto, «era completamente sbronzo» e figurarsi se i reporter non facevano il giro dei testimoni. Sarcasmo britannico: «Wine Rooney». La differenza è tutta lì. Rooney ubriaco? Ecco le prove.
LA PUNTURA
Di Lavezzi e il suo spinello, invece, solo la puntura del cronista Gabriel Anello: l'Argentina si fa sculacciare dal Brasile poi, alla vigilia della Colombia, con Lavezzi escluso ufficialmente per scelta tecnica, il suo tweet: «Lavezzi non sarà nemmeno in panchina a causa della canna che si è fumato stanotte? È una domanda solo una domanda». Lavezzi, ex Napoli e Psg, che di questi tempi gioca in Cina per 15 milioni di euro l'anno, ha sporto denuncia, «per proteggere me e la mia famiglia da false accuse». Messi e l'Argentina gli hanno fatto uno scudo aerospaziale. «Non parliamo più con la stampa. L'accusa al Pocho è molto grave, non possiamo far credere questo alla gente, non possiamo passarci sopra. Accettiamo le critiche quando si perde e le cose non vanno, però questo no, non possiamo accettarlo».
ECO LONTANE
Rooney e Lavezzi, sono cronache a sfondo storico. Il Sun scrive che in Inghilterra c'è chi teme per quel che sarà di Rooney dopo il calcio. «Gli è sempre piaciuto bere. È la cultura delle famiglie di origini irlandesi da cui viene lui. E ci sono eco di Gascoigne». Paul Gascoigne, qui da noi alla Lazio, perso ormai nelle bottiglie di troppo. Ma anche George Best, l'eccesso etilico elevato a routine. E Robin Friday, animale delle aree di rigore e dei pub. Della serie: l'Inghilterra ne sa. E lo spinello smentito da Lavezzi? Dietro il Pocho, l'eco dei Michael Arroyo (Ecuador, 2007), Lee Bowyer (Inghilterra, '94), Gino Coutinho (Olanda, 2009), Wilder Medina (Colombia, 2011), incroci ravvicinati, e in quei casi dimostrati, fra tacchetti e cannabis. E dunque: Rooney e Lavezzi, la ciucca e la canna fantasma. Sono casi diversi. Sono, comunque, tasti sensibili.
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