Dopo la carriera da calciatore approdò alle guida della nazionale francese negli anni '70 e il suo nome è particolarmente legato a quello di Michel Platini, a cui offrì la prima delle sue 72 presenze in nazionale «Michel non era un grande tattico, ma un uomo del passato, buono, onesto, un creatore di emozioni - è il ricordo di Platini - Michel era immerso nella cultura del bel gioco come si usava allora nel Monaco e nel Reims, che aveva conosciuto quando era un giocatore. Voleva che giocassimo bene, ci divertissimo in campo.
Ha costruito le sue squadre in base alle nostre qualità e personalità. Quello che ricordo soprattutto di Michel è questo: si è sempre fidato di noi».
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