Firenze, in mostra gli orologi più belli di Palazzo Pitti

Orologio da mensola, cassa: manifattura francese meccanica: Francia, 1810 circa bronzo cesellato e dorato; cm 58 × 67 × 21, teca cm 82 × 74 × 31 Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria Palatina e Appartamenti Reali, Sala di Ercole
di Mariapia Bruno
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Sabato 17 Settembre 2016, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 18 Settembre, 16:57

A Palazzo Pitti ci si sofferma su lancette e ticchettii. Lo scorrere del tempo non è mai stato così elegante: orologi preziosissimi, quadranti raffinati, forme inimitabili, ori, pietre e metalli d’eccezione. Ecco chi sono i protagonisti della mostra Tempo Reale e tempo della realtà che apre i battenti oggi tra le sale della storica galleria fiorentina. Sono circa sessanta gli sceltissimi esemplari esposti fino all’8 gennaio 2017, selezionati in base alle forma e alla destinazione d’uso da un patrimonio di circa duecento orologi. La curatela è affidata ad Enrico Colle e Simonella Condemi, e la mostra è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con le Gallerie degli Uffizi e Firenze Musei.

 
Per ammirare il meglio delle forme del tempo bisogna andare presso l’Appartamento della Duchessa d’Aosta: gli arredi e le opere d’arte circondano i protagonisti dell’esposizione che oltre a configurarsi come come indispensabili strumenti per regolare i ritmi della giornata erano anche testimoni silenti della ricchezza e del benessere di chi li possedeva. Ma ciò che rende ancora più sublime l’oggetto dell’orologio è il connubio che ne sta alla base: l’arte che guida la forma di quadranti e lancette si sposa perfettamente con la scienza dei meccanismi sofisticati e complessi che lo mettono in moto.

E a questo proposito interviene il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Schmidt, affermando che “Apprezzati anche a Firenze non solo come oggetti d’arte, spesso di lusso e pregio inaudito, ma anche per il fatto di essere automi meravigliosi – come si sa dalle fonti fin dai tempi di Lorenzo il Magnifico – gli orologi delle collezioni medicee e lorenesi ci restituiscono l’immagine di una corte dove le competenze meccaniche e tecniche erano ammirate non meno delle doti creative degli orafi che inserivano i meccanismi entro complesse decorazioni (molto spesso popolate di allegorie sul Tempo) e dove addirittura si stipendiava un orologiaio per mantenere in ordine i delicati meccanismi di questi oggetti preziosi.”

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