Si cercano conferme. Si intrecciano carte e dichiarazioni. L’inchiesta sul Sistema Salerno prosegue. Gli uomini della Squadra mobile di Salerno, agli ordini del primo dirigente Marcello Castello, tornano al Comune per acquisire documenti importanti. Sono andati nell’ufficio del direttore generale prima per chiedere e poi per ritirare delibere, ordinanze e convenzioni. Non si ferma l’attività di indagine della procura di Salerno (diretta dal procuratore capo Giuseppe Borrelli e dall’aggiunto Luigi Cannavale) ma prosegue a ritmo serrato dopo la richiesta di proroga delle indagini preliminari ottenuta per il governatore Vincenzo De Luca, l’ex manager Felice Marotta ed «altri». Altri sui quali vige, per il momento, il più stretto riservo anche se, secondo indiscrezioni, i filoni sarebbero più di uno. C’è quello relativo alle coop, quello nato dalle dichiarazioni dell’imprenditore Vittorio Zoccola, quello sull’assegnazione del bando per la gestione dei locali di piazza della Libertà e ci sarebbero altre indagini «riservate» che coinvolgerebbero altri personaggi della politica salernitana. Tra questi anche un altro consigliere regionale che, stando anche a quanto si legge nell’ordinanza delle coop, sarebbe da tempo sotto intercettazione telefonica.
A scoperchiare il vaso di Pandora sarebbe stata la gara per l’affidamento della guardiania del cantiere di piazza della Libertà ad una coop.
«Cerchio magico». Una definizione che Vittorio Zoccola, uno dei principali indagati dell’inchiesta che ha travolto il Comune di Salerno, usa spesso quando parla del presunto «sistema» in grado di macinare voti e affari. Un cerchio composto da Piero De Luca, Angelo Caramanno, Enzo Luciano, Franco Picarone e Dario Loffredo nessuno dei quali, dobbiamo ricordare, è indagato nell’inchiesta sulle coop. Lo è solo Dario Loffredo ma per il filone sui mercatini di Natale. Proprio dopo l’indicazione del «cerchio magico» fatta dall’imprenditore, iniziano gli omissis, le dichiarazioni che gli inquirenti hanno segretato per approfondimenti investigativi.
C’è anche un altro aspetto che gli investigatori della Squadra mobile stanno approfondendo, le indicazioni elettorale fatte, secondo quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche, direttamente dal governatore a Vittorio Zoccola.Si parla di condivisione dei voti, del 70 e del 30 per cento a favore di Nino Savastano rispetto ad altri candidati. Savastano che, ricordiamo, all’epoca era anche assessore comunale e che è l’unico ancora agli arresti domiciliari, così come stabilito dal gip. Vittorio Zoccola, dopo la sua collaborazione, invece, è stato scarcerato e la misura degli arresti in carcere è stata mitigata in quella dei domiciliari.