Marino Occhipinti viene considerato un detenuto modello, dalla condotta irreprensibile. Le relazioni degli operatori sociali, che hanno certificato a più riprese un percorso di pentimento, l'hanno agevolato. Il Tribunale di Sorveglianza non gli ha mai negato un permesso. Anche in quest'occasione l'ex poliziotto, condannato al massimo della pena per l'omicidio della guardia giurata Carlo Beccari, compiuto durante l'assalto ad un furgone portavalori davanti alla Coop di Casalecchio di Reno (Bologna) il 19 febbraio 1988, ha ottenuto il via libera per la vacanza premio. In carcere da 23 anni, ha colto al volo l'opportunità di ricominciare da zero, legandosi a doppio filo alla struttura che gli ha dato fiducia. Da quando è recluso al Due Palazzi, ha dimostrato capacità e attaccamento al lavoro. Dal 2001 si è inventato una professione artigianale, realizzando manichini in cartapesta per le aziende dell'alta moda. Successivamente è stato trasferito al call center attrezzato da una cooperativa sociale per l'Asl di Padova ed altri enti pubblici. È in quel periodo che Occhipinti ha potuto mettere per la prima volta il naso fuori dal carcere: nell'aprile 2010 ha strappato un permesso per poter partecipare ad una Via Crucis organizzata da Comunione e Liberazione all'Opera della Provvidenza di Sarmeola. Un primo passo verso la semilibertà, puntualmente concessa nel 2012, un anno dopo l'ingresso, con compiti di logistica, nell'orbita della rinomata pasticceria che produce i famosi panettoni di Giotto. Da allora esce ogni mattina dalla casa di reclusione per recarsi negli uffici della cooperativa, dove si occupa della spedizione dei panettoni in Italia e all'estero e risponde alle chiamate del call center dell'Asl. I giudici hanno ritenuto possibile la concessione di una misura alternativa alla detenzione sottolineando come Occhipinti avesse partecipato soltanto ai primi assalti della banda della Uno Bianca e come il suo comportamento dietro le sbarre fosse sempre stato inattaccabile.
Ora è arrivata la vacanza premio. E probabilmente torneranno le polemiche. È dura per i familiari delle vittime accettare la concessione di un simile beneficio ad un assassino condannato all'ergastolo.
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