D'accordo Daniela Santanchè, oggi esponente di Fratelli d'Italia: «La rapina di Napoli conclusasi nel sangue con il gioielliere che ha estratto la pistola e ucciso il rapinatore riporta l'attenzione sul reato di legittima difesa. Questo rischia di diventare uno dei tanti casi di un uomo costretto a difendersi davanti a uno Stato assente e non in grado di garantirne la sicurezza. Il gioielliere ora rischia di essere incriminato pur avendo esercitato la legittima difesa. Una cosa che non sta in piedi». «Se un malvivente entra in casa mia violando la mia proprietà e magari armato - argomenta la parlamentare - io non posso reagire anzi rischio un incriminazione per eccesso colposo di legittima difesa, come dicono appunto a Napoli: cornuto e mazziato. Non esiste, noi proporremo il condono della pena per tutti i cittadini che hanno esercitato la legittima difesa».
Imputare il gioielliere che in provincia di Napoli ha sparato al rapinatore «non sta nè in cielo nè in terra, lui stava facendo il suo lavoro. Totale solidarietà al gioielliere, non esiste l'eccesso di legittima difesa, deve essere l'ultima possibilità ma se la mia vita o quella dei miei figli è a rischio devo difendermi», ha tuonato Matteo Salvini negli studi di “In mezz'ora”.
«Meno male che questa rapina a Napoli si è conclusa senza un danno per Abele ma solo per Caino e chi ha sbagliato ha pagato. Ora auspico che non ci siano conseguenze per chi legittimamente ha sparato, per difendersi da un rapinatore armato. Io continuo a sostenere che la difesa debba sempre essere legittima e non possa esserci un reato a riguardo, senza se e senza ma, senza distinguere che il rapinatore abbia una pistola a salve con il tappino rosso o meno», ha aggiunto dal Nord il leghista Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato.
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