Il pellegrinaggio alla libreria di Tullio Pironti a piazza Dante inizia la mattina presto. Le porte sono socchiuse, dentro ci sono gli impiegati Anna, Valentino, Paolo e i nipoti Chiara e Cesare. I primi ad arrivare sono gli amici storici, il libraio Pacifico e quelli che passavano con lui ore e ore a giocare a scacchi. Qualcuno sulle porte della libreria ha attaccato il cartello: «Senz'altro sarai in paradiso al primo piano», riferendosi al libro scritto da Tullione sulle sue prime esperienze di amore e sesso nei bordelli della città. A gestire i giornalisti è Marco Ottaiano, arrivato insieme alla compagna Laura Cannavacciuolo autrice di vari saggi per Pironti, che ha lavorato in casa editrice per anni: «Piazza Dante non sarà più la stessa. Tullio metteva in pratica il consiglio che Machiavelli dà nel Principe, essere presenti, non abbandonare mai il proprio territorio. Per diventare un punto di riferimento, per capire subito dove sta andando la città».
Il via vai di gente è sempre più continuo, clienti abituali, ragazzi come Andrea, barbetta appena accennata e andatura dinoccolata: «Sono uno studente fuori sede, negli ultimi mesi non avevo grandi disponibilità ma mi servivano molti libri e lui in più di una occasione mi da detto vai, vai, me li paghi quando puoi».
«Pironti è stato l'ultimo editore della vecchia guardia napoletana, non solo è riuscito a scoprire nuovi talenti letterari, ma ha offerto anche l'onore di una pubblicazione a voci libere, indipendenti, provocatorie» dice Guida. Colonnese nota: «Tullio e mio padre Gaetano erano molti simili. Si sono fatti da soli, avevano una scorza dura ma sotto sotto erano di una grande umanità». Morra ricorda: «Ci sentivamo spesso. Non ha mai perso la curiosità di capire come si stava evolvendo il mercato delle grandi catene libraie, non perché si sentisse in competizione, per semplice curiosità. Lui aveva la sua libreria e non si sentiva inferiore a nessuno». Langella ammette: «Ho iniziato da poco a fare il libraio-editore a Port'Alba. Ogni volta che usciva una mia nuova pubblicazione la prima copia era per lui. Mi mettevo sulla soglia della sua libreria con il pacchetto in mano, aspettavo deferente che lui mi notasse e con lo sguardo mi dicesse di entrare. Poi mi sorrideva, mi dava una pacca sulla spalla e subito lo esponeva in vetrina».
La gente è andata quasi tutta via. La libreria è aperta per metà. Nella vetrina rimangono visibili, tra quelli esposti, un paio di titoli, sugli altri ci sono i manifesti a lutto. Uno è Un'altra Napoli di Antonio Ghirelli (Marsilio), dove il giornalista napoletano offre un ritratto di grandi personaggi della città. L'altro libro visibile è La cucina afrodisiaca napoletana di Raffaele Bracale (Cultura nova). Ecco, in fondo Tullio è stato un editore che con tutte le sue pubblicazioni ha voluto sempre mostrare quell'altra parte della città, quella che permette a chi ne ha il coraggio di provocare i grandi poteri, ma mai ha attaccato la sua città, amata senza risparmio come la box, le donne, gli amici.