Frattamaggiore, gli danno fuoco, è in coma: l’orrore in videochiamata con la fidanzata

Frattamaggiore, gli danno fuoco, è in coma: l’orrore in videochiamata con la fidanzata
di Marco Di Caterino
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Domenica 3 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 19:07

Cosparso di liquido infiammabile e poi dato alle fiamme, mentre seduto su una panchina di legno era impegnato in una video chiamata a con la sua fidanzata. Unica testimone di un tentativo di omicidio commesso con una ferocia inaudita. È accaduto a Frattamaggiore, poco dopo la mezzanotte tra giovedì e venerdì scorso, in viale Tiziano, la main strett di un complesso di edilizia popolare. La vittima, Nicola Lupoli, 36 anni, del posto, di professione “svuota cantine“, che non si è accorto di nulla visto che il suo, o più di un aggressore, hanno agiato alle sue spalle, fino a quando non sono divampate le fiamme innescate con un accendino. E sebbene  nel giro di pochi secondi si sia trasformato in una vera e propria torcia umana, ha avuto la forza e il sangue freddo di rotolarsi per terra. Un gesto che in qualche modo ha smorzato l’impeto delle fiamme che lo avevano avvolto dalla testa fino alla cintola. Le grida di aiuto hanno fatto accorre i residenti della zona che hanno prestato i primi soccorsi, tentato più volte di spegnere le fiamme.

Poi in viale Tiziano si è precipitato il fratello, Biagio, che dopo aver aiutato i primi soccorritori a spegnere le fiamme ha accompagnato il ferito presso il vicino pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Frattamaggiore, scortato da una volante del locale commissariato, diretto dal vice questore Pasquale Toscano che nel frattempo era stata fatta intervenire sul posto dalla centrale operativa, allertata da alcune telefonate anonime.

Le condizioni di Nicola Lupoli sono apparse subito gravissime, per una serie di ustioni al volto, alle braccia e soprattutto alla schiena. I sanitari del nosocomio di Frattamaggiore, dopo aver stabilizzato le condizioni del ferito, ne hanno autorizzato il trasferimento presso il centro grandi ustionati del Cardarelli di Napoli, dove dopo una breve sosta è stato deciso il ricovero presso la stessa struttura ma nel policlinico di Bari. E valutate le sue gravi condizioni, i medici baresi hanno deciso di indurre il coma farmacologico, per evitare ulteriori stress fisici. La prognosi resta riservata.

Video

Unica testimone dell’agghiacciante, brutale, terrificante tentativo di bruciare vivo Nicola Lupoli, è stata la sua fidanzata. Una ragazza di Casoria conosciuta dalla vittima tre mesi fa e con la quale aveva iniziato una relazione stabile. La donna ha raccontato agli inquirenti che mentre conversava in video chiamata con la vittima che era seduta su una panchina di legno ubicata di fronte ad una “cappella” dedicata alla Madonna, dal buio è apparsa un’ombra alle spalle del suo fidanzato. Poi tutto si è svolto in una manciata di secondo. Nella mani “nell’ombra” si è materializzata una bottiglia contenente liquido infiammabile che l’aggressore ha versato sulla vittima, inzuppandole la testa e soprattutto la schiena. Un istante dopo, quell’ombra con un accendino ha dato fuoco alla vittima, mentre questa tentava di alzarsi dalla panchina per capire cosa gli stava accadendo già avvolto dalle lingue di fuoco. E lo schermo del cellulare della donna per alcuni secondi ha rimandato a tutto schermo sono fiamme abbacinanti. Intensissime. Sotto choc, la fidanzata di Nicola Lupoli, è rimasta letteralmente bloccata per alcuni secondi. Poi lo choc si è trasformato in un terrore da tagliare il respiro, quando si è resa conto che il suo ragazzo era diventato una torcia umana. Una testimonianza che al momento non apporta alcun elemento utile alle indagini. Gli inquirenti nelle ore successive al tentato omicidio hanno valutato diverse piste : da quelle di un possibile contrasto con qualche concorrente sull’attività di “ svuota cantine”, ad un litigio pregresso magari avvenuto qualche ore prima, e non è stata scartata nemmeno l’ipotesi di un raid di balordi che fattosi branco ha deciso di “ divertirsi” per vedere l’effetto che fa quando si brucia viva una persona. E’ già accaduto altre volte. Ipotesi che con il trascorrere delle ore sono evaporizzate per mancanza di un minimo di riscontro. Quella che invece resta in piede e prende corpo, è quella di una vendetta per un alloggio occupato abusivamente e conteso da Nicola Lupoli e il suo aggressore. Una contesa che era nota in tutto questo piccolo quartiere di case popolari a due piani e una torre, abbastanza tranquillo e abbastanza ben tenuto. Sonnacchioso, fino a giovedì scorso, quando c’è stato questo brusco e violento risveglio.

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