ANCONA Il pioniere che, dal nulla, ha proiettato un pezzo di Marche nel futuro. Mario Pesaresi, con le sue creature AC75 e ECapital, ha creato il terreno fertile per il proliferare delle start-up nella nostra regione «e ora nello scenario italiano siamo un’eccellenza», rivendica gli obiettivi raggiunti il presidente di Fondazione Marche.
E riavvolge il nastro per ricostruire le tappe del successo: «ECapital, prima start-up competition in Italia, è stata mutuata dal Mit di Boston. Quasi la metà delle start-up delle Marche sono nate perché prima Marche ECapital, poi Fondazione Marche hanno finanziato le migliori idee, dando fino a 20mila euro».
Gli step
Fin qui, i primi step. Poi bisogna riuscire a trasformare l’idea in un’impresa. «Nel portfolio di Fondazione Marche abbiamo sviluppato start-up che sono eccellenze nazionali e internazionali. Una di questa è Civitanavi, sorta con il 40% del capitale sottoscritto da noi. E oggi un gruppo internazionale come Honeywell viene ad acquisirla». Il segreto? Investire sulle persone e sulle tecnologie. Per questo, «tre anni fa abbiamo avviato con Univpm e CariVerona un acceleratore, struttura specialistica che investe in start-up combinando componente finanziaria e supporto di gestione per andare sul mercato».
I risultati
Perché senza questo secondo tassello, la sopravvivenza non è affatto scontata. «Nelle Marche il tasso di mortalità delle start-up non è molto elevato, e riuscire a promuovere iniziative di successo è importante per il tessuto economico e per l’occupazione dei giovani, così da trattenere i cervelli».
E il presidente di Fondazione Marche lo ha già fatto. L’acceleratore AC75 si è concentrato per due anni sulla Silver economy, selezionando 400 start-up di cui 16 hanno ottenuto finanziamenti. «Quest’anno ne selezioniamo 10 su 420 (di cui 220 straniere). Tre delle straniere che abbiamo selezionato l’anno scorso si sono insediate ad Ancona: una americana, una irlandese e una spagnola».
La rotta
Vietato, però, adagiarsi sugli allori e Pesaresi traccia la rotta per i prossimi step: «Lanceremo un programma sugli spin-off. Le nostre Università sono ottime e da lì dobbiamo tirare fuori le migliori idee con il programma From lab to market. Dobbiamo riuscire a capire quali sono i talenti e mettere la benzina nei motori che funzionano». Il futuro è qui e comincia adesso.