Gli anni della crisi hanno colpito soprattutto gli appartenenti alle fasce di reddito medio-basse, costretti in molti casi a sacrificare il bene-rifugio per eccellenza, la prima casa, per non essere riusciti a fare fronte a un impegno finanziario. Rimane infatti costante, come accaduto in tutti i precedenti studi, la preponderanza sul mercato di immobili di non particolare pregio: il 68,2% delle case in vendita ha un prezzo inferiore ai 100.000 euro, quota che sale addirittura fino all'88,8% se si prendono in esame anche le abitazioni dell'intervallo tra 100.000 e 200.000 euro.
A livello geografico il Centro del Paese ha fatto registrare un calo sostanzialmente in linea con quello nazionale (-31,9%), frutto dell'arretramento delle procedure dalle 4.822 di gennaio alle attuali 3.284. Clamorosi balzi all'indietro per il Mezzogiorno (-55,6%) e per le Isole (-60,3%), che si attestano rispettivamente a 2.023 e 1.476 abitazioni all'asta a fronte delle 4.554 e 3.716 di inizio anno. In totale controtendenza il Nord della Penisola, in cui si osserva una crescita del 20,8%: le vendite forzate sono infatti passate da 6.558 a 7.918, sfiorando il valore rilevato nell'estate 2017.
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