A scatenare il panico sono i presunti nuovi dissidi tra il Governo e i principali creditori della Grecia, ossia Unione Europea e Fondo Monetario Internazionale. La scorsa settimana è terminata la prima fase di revisione dei conti da parte di UE e FMI senza un accordo sulla riforma delle pensioni che sta causando diversi disordini sociali. Avgi, quotidiano ellenico vicino all'esecutivo, ha scritto inoltre che appare molto difficile anche un accordo sui target fiscali del 2017 e il 2018. Sembra che i creditori internazionali siano poco soddisfatti dei progressi fatti ad oggi da Atene per assicurarsi il nuovo piano di salvataggio concordato questa estate.
Nel fine settimana il quotidiano tedesco Handelsblatt, citando una fonte vicina ai colloqui tra Atene e i creditori internazionali, ha affermato che Atene sta producendo tanta carta, pochi fatti concreti. Tutto ciò mentre il popolo ellenico sta scendendo in piazza per protestare contro la riforma delle pensioni, l'ultima cosa di cui ha bisogno il fragile Governo di coalizione di Tsipras.
Tornando alla Borsa di Atene, l'indice principale ha ceduto il 7,8%. Tra le principali banche, Eurobank e National Bank of Greece tracollano del 29%, Piraeus Bank perde il 27%. Da rilevare che le banche si erano da poco riprese grazie alla ricapitalizzazione scattata a dicembre. In estate il braccio di ferro tra il Governo Tsipras e i creditori internazionali le aveva praticamente prosciugate.
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