Dai dati è emerso che il "considerevole lavoro" svolto dagli Stati membri per migliorare la riscossione di questo tributo ha portato qualche vantaggio: in termini nominali il divario è diminuito di 10,5 miliardi di euro nel 2016 passando a 147,1 miliardi di euro, attestandosi così al 12,3 % delle entrate totali di questo balzello rispetto al 13,2 % dell'anno precedente.
"Ma una perdita di 150 miliardi di euro l'anno per i bilanci nazionali rimane inaccettabile, soprattutto quando 50 di questi miliardi finiscono nelle tasche di criminali, autori di frodi e probabilmente anche terroristi. Un miglioramento sostanziale sarà possibile solo con l'adozione della riforma dell'IVA che abbiamo proposto un anno fa. Esorto gli Stati membri a proseguire i lavori sul sistema dell'IVA definitivo prima delle elezioni del Parlamento europeo del 2019" ha commentato il Commissario agli affari economici e monetari Pierre Moscovici.
Da rilevare che il divario è diminuito in 22 Stati membri, con ottimi risultati ottenuti da Bulgaria, Lettonia, Cipro e Paesi Bassi, in ciascuno dei quali si è registrato un calo di oltre 5 punti percentuali. Il gap è tuttavia aumentato in sei Stati: Romania, Finlandia, Regno Unito, Irlanda, Estonia e Francia.
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