«Quello che i ragazzi mi raccontano a seguito delle loro "esplosionì" è: in quel momento ho visto nero, non mi sono reso conto di quello che facevo», evidenzia Manca convinta che bisogna anche uscire da certi stereotipi. «Il ragazzo violento oggigiorno non è più quello che ha profili di rischio particolarmente evidenti. È uno "'normale". È possibile che reprima emozioni, che non sia in grado di gestire i conflitti, che viva tutto come una frustrazione o un'ingiustizia - afferma Manca - Arrivano alla violenza perché manca loro un filtro adeguato».
La famiglia svolge un ruolo fondamentale. «Talvolta i genitori giustificano i figli deresponsabilizzandoli. E poi di fronte a quella che è una vera e propria aggressione, anche che non riguarda loro direttamente, non si può continuare a dire "è una bravata, una ragazzata". I familiari - conclude Manca - hanno innanzitutto il dovere di educare i figli alla gestione delle frustrazioni e dei conflitti». Altrimenti il pericolo è il moltiplicarsi dei casi di aggressività.
© RIPRODUZIONE RISERVATA