«Per la morte di Serena Mollicone
verifiche su famiglia e sette sataniche»

«Per la morte di Serena Mollicone verifiche su famiglia e sette sataniche»
di Angela Nicoletti
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Sabato 29 Maggio 2021, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 20:51

«L'ordine di prelevare Guglielmo Mollicone durante la veglia funebre della figlia Serena mi è stato dato dall'autorità giudiziaria. Io ho dato incarico a qualcuno in servizio presso la caserma dei carabinieri di Arce affinché andasse a prendere il genitori per condurlo in caserma. Non ricordo per quale motivo ma credo fosse una cosa veramente urgente». Il colonnello Gianluca Trombetti, nel 2001 capitano e comandante della compagnia di Pontecorvo, nel corso della deposizione avvenuta dinanzi la Corte d'Assise del tribunale di Cassino e inerente il processo per l'omicidio della studentessa di Arce, morta venti anni fa, non ha mai fatto il nome del comandante Franco Mottola e ha escluso che lo stesso potesse aver arbitrariamente preso la decisione di compiere un gesto tanto eclatante. «Ero consapevole del gesto forte, ma non ho fatto altro che rispettare un ordine dato - ha proseguito ancora l'ufficiale dell'Arma, incalzato dalle domande della parte civile -. C'era una fortissima attenzione mediatica in quel periodo ma le indagini non si sono mai fermate».

In quasi tre ore di deposizione Trombetti ha ricostruito le fasi iniziali delle indagini evidenziando che sin da subito non c'erano piste valide da seguiire: «La gravità dell'omicidio e il modo con cui era stato occultato il cadavere rese ancor più necessaria l'attività di indagine ma fin da subito non riuscimmo a trovare una giusta pista. Per questo si decise unitamente alla Procura di indagare anche nell'ambito familiare. Lo stesso Guglielmo Mollicone fu oggetto di indagini con il posizionamento di microspie ambientali in casa. Anche le sue conversazioni telefoniche erano intercettate». Un aspetto che oggi sembra paradossale e per certi versi doloroso agli occhi di chi ha sempre supportato il maestro Guglielmo nella sua battaglia per la verità.

Il testimone ha poi parlato della pista seguita a vuoto definendola «una grande perdita di tempo» inerente l'esistenza di una presunta setta satanica. «Furono fatti tutti i riscontri dopo le dichiarazioni di una donna che si definiva esperta di esoterismo». In aula a seguire tutta l'udienza c'erano Franco, Annamaria e Marco Mottola.
Il processo è stato aggiornato alle udienze dell'11 e del 18 giugno quando a deporre sarà tra gli altri Carmine Belli, il carrozziere che nel 2003 venne ingiustamente accusato di essere l'assassino di Serena Mollicone.

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