Compravendita di auto di grossa cilindrata, la sua passione, e soldi investiti in società intestate a insospettabili. La leggenda narra che siano oltre trecento le ditte nelle quali gli Schiavone hanno mani in pasta. Da Modena, dove hanno investito nel cemento, fino a Malta, dove gli interessi riguardano il gioco on line. L'impero affidato a terzi avrebbe fruttato, nei due decenni di isolamento del boss Sandokan e negli otto anni di 41 bis del figlio, una montagna di soldi, tanti da garantire a chi è rimasto a Casal di Principe, ovvero madre, sorelle e i due dei quattro fratelli liberi del neo pentito, una vita più che dignitosa. C'è da scommetterci che i pm guidati dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, chiederanno al nuovo collaboratore di parlare degli investimenti di famiglia, di fare i nomi dell'esercito di imprenditori che per conto Schiavone, investe e fa lievitare iil denaro della camorra sia in Italia che all'esterno.
Quando si pentì Roberto Vargas, ex braccio destro di Nicola Schiavone, tra le tante furono le dichiarazioni su un piano organizzato dal giovane boss ai danni dei magistrati a far sobbalzare i pm dalle sedie. Secondo Vargas - il verbale è del 2012 - Schiavone aveva in mente di uccidere l'allora procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero De Raho e di sterminare il pool anticamorra di Napoli che lavorava sui Casalesi. Ne parlò il pentito suo ex fedelissimo, ma tre anni prima, il 2 aprile del 2009, per vie incidentali quel piano fu sventato. Un volantino con gli orari delle preghiere nella moschea di San Marcellino fu trovato addosso a un manovale algerino incappato in un'inchiesta della Procura di Venezia su una cellula salafita collegata ad Al Quaeda. Quel foglietto, probabilmente, salvò la vita all'attuale procuratore nazionale antimafia e ai pm che hanno inferto durissimi colpi ai Casalesi. Secondo Vargas: «Dovevano arrivare dei bazooka da consegnare ai terroristi incaricati di fare attentati ai magistrati anti-casalesi». Ora Schiavone jr dovrà spiegare anche questo, dovrà parlare dei contatti tra la camorra e i terroristi, storie finora solo ipotizzate, ma forse molto più che leggende.
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