Tra i pazienti, in quella circostanza dell'urlogia, c'era chi si era attrezzato con soluzioni fai-da-te che consistono, anche con l'aiuto dei parenti, in una pulizia meticolosa del davanzale. Di giorno e di notte. Massima attenzione a non lasciare briciole sui comodini. Questi rimedi, però, non bastavano già allora. Ecco perché, a nome dei degenti che sono ricoverati al San Paolo di Fuorigrotta, i volontari della onlus guidata da Angelo Ambrosino avevano inviato una lettera alla direzione generale dell'Asl Napoli 1 Centro, al direttore sanitario e al direttore amministrativo dell'ospedale. Due righe per caldeggiare un rapido intervento e porre fine ai disagi: «Ritorniamo a segnalare la presenza di formiche nel reparto di urologia e anche nel reparto di ortopedia, problema annoso e ancora non debellato, anzi si direbbe in espansione malgrado le passate segnalazioni». E, già quella, non era la prima missiva, come emergeva tra le righe del documento presentato dagli attivisti dell'associazione “Salute & Ambiente”. In calce le firme di Elsa Fritzsching e Ambrosino che spiega: «Le formiche sono un problema anche nella sala gessi. Urge una disinfestazione estesa agli spazi esterni da dove provengono, probabilmente, questi insetti».
Ricevuta la segnalazione, l'allora direttrice sanitaria Fiorella Cito era stata in ospedale anche per verificare in prima persona. E aveva dichiarato: «Ho visionato la situazione stanza per stanza, bagno per bagno, e anche negli spazi esterni. Stiamo provvedendo a diversi interventi che hanno già sortito l'effetto dovuto. Purtroppo, ci sono recrudescenze e penetrazioni di questi insetti, comunque innocui. Le alte temperature, e la presenza del giardino davanti all'ospedale, possono determinare questo. Ma è importante precisare che tale situazione non è legata a carenze, problemi di igiene o pulizia e particolari situazioni strutturali. Ho chiesto la disinfestazione per ovviare al problema in modo radicale». Era l'8 settembre 2012.
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