Un rinnovo quasi scontato. E, vista la situazione, non poteva essere altrimenti. I cicli in F1 sono un attimino più lunghi rispetto agli altri sport e non vale la formula che «appena mancano i risultati salta la testa del mister». Una buona squadra di calcio, magari che vince la Champions League, è composta da una venticinquina di fenomeni. Un team che svetta nel Circus, invece, si basa su circa duemila tecnici, molti dei quali sopraffini ingegneri specializzati in una missione ipertecnologica: far volare un razzo incollato al terreno. La Ferrari ha deciso. O meglio, ha preferito ufficializzare la scelta anche per porre fine ad una serie di rumor che destabilizzavano la compattezza della compagine.
Sarà l’ingegnere francese esperto in motorsport a guidare ancora la Scuderia più vincente, blasonata e antica della F1. È stata preferita la continuità, un valore che nel massimo livello dell’automobilismo è considerato indispensabile. Addirittura preferibile all’alone vincente che alcuni personaggi hanno. Nel paddock ci sono solo due team manager vincenti, Toto Wolff e Chris Horner: gli ultimi 15 Titoli Piloti sono delle loro bacheche. Se cerchi uno per acchiappare trofei ti dovresti rivolgere a loro. E per di più, uno era anche libero dopo aver lavorato oltre un ventennio per la Red Bull. Ma nelle corse non funziona così, non è mai accaduto che abbia vinto un capo venuto da fuori.
La tradizione vuole che, in un modo o nell’altro, bisogna lavorare tutti insieme almeno per un quinquennio. Tanto ci vuole per mettere in piedi, plasmare e tirare fuori il meglio da un gruppo di persone così ampio e variegato. Cambiare avrebbe significato ammettere di aver sbagliato e, ricominciando da capo, sarebbero serviti altri anni. E la Ferrari non può più permetterselo visto che non brinda più da oltre tre lustri. Dopo il lungo e dominante regno di Jean Todt, i TP di Maranello sono stati tutti rimossi per mancanza di vittorie: Stefano Domenicali, Marco Mattiacci, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto. Eppure non erano affatto incapaci. Stefano è l’attuale guida di tutta la F1, Mattia è stato scelto dall’Audi per sbarcare nel Circus con un progetto ambiziosissimo.
In più Laurent Mekies, che ha lasciato la Rossa quando è arrivato Vesseur proprio perché ogni TP si deve fare la sua squadra, è stato chiamato dalla Red Bull per sostituire Horner. Quindi, confermare Fred, era la scelta più logica e sensata, un manager che ha già lavorato tre anni, è sul punto di aver modellando la squadra a sua immagine e somiglianza, compresa la coppia di piloti che sono scesi in campo per difenderlo e che senza di lui difficilmente potrebbero coesistere. È Frédéric l’artefice dell’arrivo nella Motor Valley del driver più titolato di tutti i tempi, per convincere Lewis gli ha creato un ambiente amico che profuma molto di Stella: il Direttore Tecnico è Loic Serra il suo vice Jerome D'ambrosio, entrambi lavoravano per la Mercedes.
L’accordo è pluriennale e cita il comunicato: «Fred ha una vasta esperienza nel mondo dei motori e una comprovata capacità di sviluppare talenti e costruire team competitivi. La sua capacità di guidare sotto pressione, di abbracciare l'innovazione e di perseguire la performance è pienamente in linea con i valori e le ambizioni a lungo termine della Ferrari». Il Ceo Benedetto Vigna ha commentato: «Vogliamo riconoscere ciò che è stato costruito e impegnarci per ciò che ancora deve essere realizzato. Questo riflette la nostra fiducia nella leadership di Fred, una fiducia radicata in ambizioni condivise, aspettative reciproche e chiare responsabilità. Andiamo avanti con determinazione e concentrazione, uniti nel perseguire il livello di performance a cui la Ferrari deve mirare».
Infine anche Charles Leclerc si unisce ai consensi, da Budapest dove da oggi scatta il weekend del Gran Premio di Ungheria: «Sono molto felice del rinnovo di Vasseur. Per me non è una novità ma sono felice, per le voci che ronzavano attorno al team in questi mesi. Fred ha una visione incredibile. In Ferrari l'aspetto emotivo è importante, la passione italiana è estrema, ma Fred sa mettere le cose da parte per avere una visione chiara. Ed ha tante altre qualità, come saper estrarre il massimo da tutti».