Fca, solo cinque test: dopo i contagi
da Covid tensione in fabbrica in Irpinia

Fca, solo cinque test: dopo i contagi da Covid tensione in fabbrica in Irpinia
di Michele De Leo
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Mercoledì 16 Settembre 2020, 08:51

È allarme nello stabilimento di Pratola Serra del Fiat Chrysler Automobiles, dopo il secondo caso di positività al Covid 19 tra i dipendenti. In particolare, quello di un operaio di Manocalzati, attualmente ricoverato al Moscati, che segue il contagio di un addetto alla sicurezza.

L'azienda, però, continua a buttare acqua sul fuoco, prova a tranquillizzare i lavoratori e ribadisce che la situazione è sotto controllo. La nuova richiesta di avviare i test sierologici su tutti i circa 1800 dipendenti viene ancora respinta al mittente, anche a causa della presunta inattendibilità degli stessi. Dopo il caso dell'addetto della Fca Security, stavolta è un lavoratore diretto, operaio della unità tecnologica dello short block nell'area montaggio, ad essere risultato positivo al Covid 19. L'operaio di Manocalzati è specializzato nell'inserimento delle frizioni del motore e lavora su una postazione singola, quasi fuori corso.

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L'uomo è stato in fabbrica nella mattinata di martedì 8 per l'avvio impianti in vista della ripresa produttiva in azienda erano presenti solo alcune decine di lavoratori e nella notte tra mercoledì 9 e giovedì 10 settembre. In quest'occasione, ha accusato un malore derivante da pregressi problemi di salute ed è stato costretto a recarsi in infermeria dove è stato sottoposto pure alla misurazione della temperatura: l'operaio non presentava sintomi febbrili. Il giorno dopo, però, al momento del ricovero per una serie di esami sulla sua condizione di salute, il lavoratore di Manocalzati è stato sottoposto al tampone nasofaringeo che ha dato esito positivo. Nel corso dell'informativa al comitato Covid ed ai rappresentanti dei lavoratori, i vertici aziendali oltre a confermare l'avvio della procedura imposta in caso di individuazione di un lavoratore positivo al coronavirus e la sanificazione di tutti gli ambienti interessati dalla presenza dell'operaio e di tre postazioni fisse hanno evidenziato che l'operaio non avrebbe avuto contatti almeno per quanto prevede il protocollo con i colleghi nel corso degli ultimi due giorni lavorativi. L'azienda non è, dunque, stata costretta a mettere alcun addetto in quarantena: cinque operai che avrebbero avuto minimi contatti con l'operaio di Manocalzati sono stati sottoposti al test sierologico che ha dato esito negativo. Nonostante questo secondo caso di positività, dunque, la situazione sarebbe ancora sotto controllo.
 

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I lavoratori, però, sono fortemente preoccupati e sollecitano l'avvio di uno screening del personale che possa contribuire a tranquillizzare l'ambiente. La richiesta già presentata nei giorni scorsi dal comitato Covid e dai rappresentanti dei lavoratori di effettuare i test sierologici sul personale è stata, però, ancora respinta a causa non solo della scarsa attendibilità - almeno a parere dei vertici aziendali - ma anche di un protocollo definito dal gruppo Fiat Chrysler Automobiles unitamente al virologo Roberto Burioni che non prevede questa possibilità.
La fabbrica, intanto, è interessata da una sorta di rivoluzione: la produzione di mascherine si avvia ad andare a regime, mentre l'attività prevalente si riduce dai tre a due turni. Nei prossimi mesi almeno fino al settembre del 2021 nel turno notturno lavoreranno esclusivamente i circa 450 operai dirottati nella produzione di dispositivi di protezione individuale. I colleghi che restano impegnati sulle linee di produzione dei motori limiteranno la propria attività ai turni tra le 6 e le 14 e quello successivo fino alle 22: una modifica sostanziale che per l'area della lavorazione prenderà il via già nel corso della prossima settimana, mentre i colleghi del montaggio dovrebbero lavorare sui tre turni ancora per una o due settimane.

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