Xylella, nuovo focolaio a Tarquinia. Positive 5 piante di ginestra. Via a piano prevenzione

Xylella, nuovo focolaio a Tarquinia. Positive 5 piante di ginestra. Via a piano prevenzione
Nuovo focolaio di Xylella fastidiosa in provincia di Viterbo. I rapporti di prova del Crea (laboratorio di riferimento a livello nazionale) hanno confermato la presenza del...

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Nuovo focolaio di Xylella fastidiosa in provincia di Viterbo. I rapporti di prova del Crea (laboratorio di riferimento a livello nazionale) hanno confermato la presenza del batterio che attacca le piante su cinque campioni di ginestra provenienti dal territorio di Tarquinia. I prelievi erano stati era eseguiti dall’Università di Viterbo, dipartimento Dafne, nell’ambito di indagini effettuate in una zona dove lo scorso novembre si erano registrati altri casi di infezione da Xylella, per la precisione su un mandorlo e su un’altra pianta di ginestra. Nei giorni scorsi la Regione Lazio (direzione Agricoltura) ha fatto scattare il protocollo per prevenirne la diffusione.

Il primo ritrovamento in assoluto di Xylella era avvenuto tra Montalto di Castro e Canino, nel febbraio 2022, su un mandorlo. Come in tutti i casi finora riscontrati nella provincia di Viterbo, anche stavolta si parla della sottospecie "multiplex", diversa da quella nota invece come “killer degli olivi” causa di gravi danni in Puglia. L'allerta è comunque alta

“Come associazione di categoria siamo vigili - spiega Mauro Parenti di Confagricoltura Viterbo -. Da quello che sappiamo si dovrebbe trattare sempre della stessa infezione presente da alcuni anni nella zona dell’Argentario, sui mandorleti. Trattandosi di una pianta sempre più coltivata anche da noi, ci confronteremo con l’Università per capire eventuali rischi che corrono le aziende”. Nessun allarmismo però. “In questo momento rispetto alla Xylella ci fanno paura altri problemi già noti come rincari delle materie prime, cambiamenti climatici, danni da fauna selvatica”.

Il provvedimento della Regione modifica i confini dell’area già delimitata a novembre. I proprietari e conduttori dei terreni ricadenti al suo interno hanno “l’obbligo di consentire l’accesso ai siti o luoghi pubblici e privati al personale ispettivo del Servizio Fitosanitario Regionale al fine di permettere lo svolgimento delle attività di sorveglianza”. Tra le misure ufficiali ritenute necessarie da adottare c’è “la distruzione di vegetali e prodotti vegetali ritenuti contaminati o sospetti tali, nonché degli altri oggetti che possono essere veicolo di diffusione di organismi nocivi ai vegetali”.

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Il Messaggero