Viterbo scuola, mille precari sul piede di guerra. No alla stabilizzazione con le crocette»

Angelo Girolami, precario viterbese
«Docenti con 10, persino 15 anni di esperienza rischiano di rimanere fuori per qualche crocetta». Precari della scuola come alla roulette russa. In palio, però,...

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«Docenti con 10, persino 15 anni di esperienza rischiano di rimanere fuori per qualche crocetta». Precari della scuola come alla roulette russa. In palio, però, anziché le fiches c’è la stabilizzazione. Si sentono così un migliaio di supplenti che nel Viterbese, dalle scuole dell’infanzia sino alle secondarie, passando per quelli del sostegno, sono in questi giorni sul piede di guerra. Come Angelo Girolami, che da un quinquennio insegna matematica ed è amministratore di un gruppo Facebook, “Docenti Viterbo”. Sul social, i quasi 600 prof iscritti ormai non discutono d’altro.


Un passo indietro: il Miur ha lanciato una serie di concorsi per la scuola. Il totale dei docenti che alla fine delle procedure saranno assunti arriverà a quasi 80mila. Per il ministro Lucia Azzolina “un grandissimo risultato che permetterà di dare stabilità ad un gran numero di docenti e di garantire la continuità didattica dell’insegnamento per i nostri studenti”.

Ma non la pensano così i precari con almeno 36 mesi di servizio, ai quali è destinato il concorso straordinario (quello ordinario, invece, è aperto a tutti, anche a chi non ha mai avuto esperienze lavorative nel mondo della scuola). La selezione permetterà a 32 mila supplenti in tutta Italia, con almeno tre anni di anzianità, di avere una cattedra di ruolo. La prova per i precari è unica, un quiz di 80 domande, che Azzolina vorrebbe tenere ad agosto.

“Metterci davanti 80 domande a cui rispondere in 80 minuti non significa testare il merito. Anzi, questo rischia di portare all’esodo dei precari, non alla stabilizzazione. Per superarlo – spiega Girolami – occorre ottenere un punteggio di almeno 7/10. Chi lo raggiunge, ha la possibilità di ottenere una cattedra, ma solo se rientrerà nel contingente dei posti messi a ruolo. Altrimenti, otterrà solo l’abilitazione”.


Quello che lamentano i precari è la modalità scelta dal Miur per svolgere il concorso: “In questa fase storica così critica, sarebbe opportuno valutare i titoli e i servizi. O, in alternativa, farci sostenere una prova orale. Il quiz a risposta multipla non è un corretto metodo di valutazione: in piena pandemia, ad agosto, sbagliare qualche crocetta rischierebbe – conclude – di pregiudicare il futuro lavorativo di docenti con anni di esperienza alle spalle. Occorre rivedere le procedure. Non ci sono nemmeno i tempi tecnici per il concorso: le domande scadono i primi di luglio, la prova in piena estate per entrare in servizio a settembre. Non è così che vogliamo essere trattati”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero