Dopo Proceno due migranti scappati dalla quarantena anche a Orte

Il centro di accoglienza nell'hotel Carpe Diem a Orte
Giornata tra luci e ombre quella di ieri nel Viterbese sul fronte dei migranti. In mattinata, la notizia che i due ospiti della struttura Airone di Proceno, positivi al...

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Giornata tra luci e ombre quella di ieri nel Viterbese sul fronte dei migranti. In mattinata, la notizia che i due ospiti della struttura Airone di Proceno, positivi al coronavirus, erano in via di trasferimento verso il reparto Covid del Celio a Roma, ha contribuito a far tirare un sospiro di sollievo a quanti – cittadini, sindaci e politici – temevano rischi sanitari, vista anche la fuga di due altri migranti dallo stesso centro in quarantena.


Poi, nel pomeriggio la brutta notizia, giunta dal centro Carpe Diem di Orte: “Due migranti se ne sono andati, aggirando i controlli. È gravissimo, anche perché non ho informazioni precise e non so nemmeno a quando risale la violazione dell’isolamento. Potrebbe, alle poche informazioni che sono riuscito ad avere, non essere avvenuto nelle ultime ore”, allarga le braccia il sindaco Angelo Giuliani.

Entrambi i centri di accoglienza straordinaria, il primo gestito dalla Ospita srl e il secondo da Di Mari Group srl, erano stati messi in quarantena venerdì dopo l’arrivo rispettivamente di 7 e di 5 richiedenti asilo, inizialmente approdati a Valentano per poi essere spostati poche ore dopo. Eseguiti i tamponi a Proceno e a Orte, nel primo caso due e nel secondo un ospite sono risultati positivi al coronavirus. Da qui la quarantena obbligatoria per le due strutture, ovvero per tutti gli ospiti e gli operatori che erano stati a più stretto contatto con i contagiati.

E adesso, dopo la fuga da Orte, torna a inasprirsi la polemica del sindaco contro la gestione dell’accoglienza: “Ho già scritto al ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, chiedendo che il nostro comune venga dotato di un comando di polizia perché serve aumentare il controllo del territorio. Aspetteremo domani (oggi, ndr) e – annuncia Giuliani  - se non riceveremo risposte, allora siamo pronti ad intraprendere forme di protesta estreme”.


Anche l’omologa di Proceno, Cinzia Pellegrini, ha chiesto che la quarantena dei migranti venga effettuata in una struttura più controllabile – come un ex caserma o un ex ospedale – sostenendo che il Cas dell’Airone non sarebbe idoneo. Proprio quest’ultima struttura, nonostante il trasferimento avvenuto ieri dei due positivi, resta in quarantena. Martedì la Asl ripeterà il tampone a tutti i ragazzi rimasti, finora negativi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero