VIterbo, carabiniere accusato di prendere soldi da vittima di usura: assolto

Aula
Prima concussione, poi truffa aggravata e infine l’assoluzione. Arriva a sorpresa una sentenza che scagiona completamente l’ex comandante della stazione dei...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Prima concussione, poi truffa aggravata e infine l’assoluzione. Arriva a sorpresa una sentenza che scagiona completamente l’ex comandante della stazione dei carabinieri di Vejano. Il militare era, inizialmente, accusato di concussione per aver avuto denaro da una vittima di estorsione come copertura di alcuni assegni. Denaro pari a 900 euro.

Secondo quanto emerso in fase di indagine la vittima, tra il 2013 e il 2015, era in crisi economica e un parente gli avrebbe prestato 10mila euro. Soldi che avrebbe dovuto ridare con calma. Poi i rapporti si sarebbero deteriorati e il creditore avrebbe iniziato a chiedere sempre più soldi minacciando l’uomo di sequestrargli il figlio. L’usurai fu arrestato, proprio dai carabinieri, durante uno scambio di soldi. La storia però non finisce qui perché qualche anno dopo la vittima si presenta in caserma a Vejano chiedendo di parlare col comandante.

Quel giorno, secondo l’accusa, avrebbe anche consegnato il denaro all’imputato a copertura di assegni.
Secondo quanto raccontato dalla vittima il carabinieri gli avrebbe detto di coprire gli assegni dati come garanzia all’usuraio per non aver niente da temere durante il processo. Per sistemare la situazione. La copertura degli assegni, però, sarebbe finita in tasca all’ex comunante. Questo avrebbe portato il militare alla sbarra con l’accusa di concussione.

«Non ho preso quei soldi - disse l’imputato durante l’interrogatorio -. Certo li ho visti nella busta. Ma non li ho presi. Avevo esortato la vittima di usura di ripianare i vari debiti che aveva ma solo per migliorare la sua eventuale posizione nel processo. Non erano per me». Ieri mattina durante la discussione il difensore dell’imputato, avvocato Remigio Sicilia, ha chiesto la riqualificazione dell’accusa dopo quanto emerso nel dibattimento. Cosa fatta dal pm durante la richiesta pene. Il sostituto procuratore Michele Adragna ha chiesto un anno e un mese di reclusione per truffa aggravata. 

L’avvocato Sicilia invece dopo aver escluso l’ipotesi grave di concussione ha ricordato quanto accaduto durante il dibattimento e chiesto l’assoluzione. Assoluzione che è arrivata. Il collegio del Tribunale di Viterbo, al termine della camera di consiglio, ha assolto “perché il fatto non sussiste” il militare da ogni tipo di accusa.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero