Soldi a strozzo a imprenditori della ristorazione, sequestrate auto e beni agli imputati

Carabinieri
Soldi a strozzo a imprenditori della ristorazione, sequestrate auto e beni agli imputati. I carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo, diretti dalla Procura, nel mese di...

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Soldi a strozzo a imprenditori della ristorazione, sequestrate auto e beni agli imputati. I carabinieri del Nucleo investigativo di Viterbo, diretti dalla Procura, nel mese di aprile dello scorso anno, davano esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip nei confronti di cinque persone (tre sottoposti alla custodia cautelare in carcere e i restanti due agli arresti domiciliari. 

Tutti gravemente indiziati dei delitti di usura ed estorsioni, nei confronti di una coppia del capoluogo. Secondo quanto emerso dalle indagini del carabinieri del Nucleo investigativo, le due vittime, marito e moglie nel settore della ristorazione e del mercato ittico, dopo aver chiesto prestiti al mercato parallelo per le loro attività sono finiti nel giro di usurai spietati. I due imprenditori di Viterbo inizialmente non si sarebbero resi conto di essere finiti nella trama di estortori e usurai. Avrebbero realizzato solo al momento in cui il rapporto è mutato, diventando particolarmente violento.

Il gruppo inizialmente avrebbe messo delle quote nel capitale degli imprenditori per “aiutarli”, ma che nel giro di pochi mesi avrebbero preteso tassi di interesse fino al 250%. Per un prestito di 45mila euro, in sette giorni l’usurato ha dovuto restituire ben 60mila euro, oppure per un altro prestito di 90.000, nel giro di poche settimane è stata intimata la somma di 230mila euro. Gli usurai per recuperare le somme avrebbero utilizzato prima le minacce poi le maniere forti, arrivando anche a pestaggi e minacce di violenza sessuale. Per loro è iniziato il processo davanti al collegio del Tribunale e le vittime si sono già costituite parte civile.

L’attività investigativa, anche dopo l’esecuzione della misura restrittiva, è proseguita sia per consolidare il quadro probatorio sia per individuare e sottrarre i proventi illeciti del reato ovvero l’accumulazione illecita di ricchezze proveniente anche da pregresse attività delittuose. L’indagine patrimoniale, svolta dai militari specializzati del comando provinciale di Viterbo, ha portato a due provvedimenti di sequestro. Il primo, emesso dal gip del Tribunale di Viterbo, riguarda i beni mobili di uno degli imputati; il secondo, disposto da Tribunale di Roma, riguarda i beni riconducibili a quest'ultimo.

Entrambi i provvedimenti riguardano due autovetture utilitarie, una moto di grossa cilindrata ed un'autovettura di un prestigioso marchio, per un valore complessivo di diverse decine di migliaia di euro. Il Tribunale di Roma ha disposto l’affidamento temporaneo delle tre autovetture a una forza di polizia e ad un’azienda pubblica di servizi alla persona, con possibilità di utilizzo per finalità istituzionali.

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Il Messaggero