L'Università della Tuscia in prima fila nel programma nazionale di ricerche in Antartide

Laura Zucconi
Fanno parte della 37ma Spedizione italiana del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA). Saranno ospitate presso la Stazione ‘Mario Zucchelli’. I loro nomi?...

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Fanno parte della 37ma Spedizione italiana del Programma nazionale di ricerche in Antartide (PNRA). Saranno ospitate presso la Stazione ‘Mario Zucchelli’. I loro nomi? Laura Zucconi e Laura Selbmann, docenti del  Deb (dipartimento di scienze ecologiche e biologiche) dell’Università della Tuscia. La prima è in viaggio dal 1 novembre, la seconda partirà il 17 novembre. Le due ricercatrici resteranno alla Stazione rispettivamente fino al 24 dicembre e al 7 febbraio 2022. Obiettivo: continuare le ricerche sullo stato di salute degli ambienti estremi che vedono attive Unitus dal 1994.

Laura Zucconi non è un’esordiente. Ha infatti già cinque campagne antartiche alle spalle, la prima delle quali risale al 2003. Durante la sua permanenza rivestirà il ruolo di coordinatore scientifico della spedizione.  

«Il progetto che mi vede coinvolta – spiega - prevede un’ampia attività di campionamento di suoli. I suoli antartici rappresentano degli ottimi modelli per lo studio degli adattamenti e dell’evoluzione della vita sul nostro pianeta.  Integrando analisi di genetica molecolare, biogeochimica, proteomica e metabolomica verrà studiata la diversità fungina e batterica dei suoli di 22 diverse località, la struttura delle comunità e l’attività metabolica dei microrganismi presenti»”.

Laura Selbmann, in Antartide per la prima volta nel 2010, è alla sua quarta campagna. «Mi sono sempre occupata – rivela - di comunità microbiche endolitiche, che trovano all’interno delle rocce un ultimo rifugio nelle freddissime ed aridissime aree deglaciate più interne. Il fine è di chiarire quali siano le condizioni limite per la vita, come questa potrà evolversi ed adattarsi in un mondo sempre più arido per il cambiamento climatico e le possibilità di vita al di fuori del nostro pianeta. Più vicino alla costa, queste comunità, costituite da licheni e microorganismi associati, ancora riescono a svilupparsi sulla superficie delle rocce».   

La spedizione squaderna una novità: per promuovere la ricerca scientifica presso le nuove generazioni, le due docenti organizzeranno durante i loro soggiorni collegamenti in videoconferenza con istituti superiori delle province di Viterbo e di Roma, tramite l’iniziativa AUSDA, “Adotta una scuola dall’Antartide”.

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Il Messaggero