Spreco alimentare, l'Università della Tuscia sale al vertice nel bando europeo

Spreco alimentare, l'Università della Tuscia sale al vertice nel bando europeo
Università degli studi della Tuscia: giovani ricercatori crescono e soprattutto primeggiano in campo europeo. «Nei giorni scorsi – spiega il rettore Stefano...

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Università degli studi della Tuscia: giovani ricercatori crescono e soprattutto primeggiano in campo europeo. «Nei giorni scorsi – spiega il rettore Stefano Ubertini – è stato pubblicato l’esito di un bando europeo molto competitivo, dedicato alle innovazioni contro lo spreco alimentare. Ebbene: tra una ventina di altre proposte provenienti da tutta Europa, il progetto di Unitus, dal titolo “Lowinfood”, si è classificato in testa alla classifica e riconosciuto degno di essere finanziato».

 
Ha atteso al progetto un team composto da Clara Cicatiello e Emanuele Blasi in qualità di coordinatori,  nonché Barbara Pancino e Luca Secondi come responsabili di specifiche attività del progetto. 

«La nostra attività – rivelano Cicatellio e Blasi - è stata orientata a testare l’efficacia di una serie di innovazioni nel ridurre la quantità di cibo sprecato a diversi livelli della filiera. Le innovazioni riguardano miglioramenti di tipo tecnologico, sociale ed organizzativo potenzialmente in grado di ridurre lo spreco alimentare dalla fase agricola fino a quella del consumo finale».
 
«Nello specifico – aggiungono Pancino e Secondi - durante i 4 anni e mezzo del progetto verranno testati software che permettono a supermercati e ristoranti di prevedere accuratamente le vendite, in modo da evitare di acquistare cibo in eccesso, ma anche App che consentiranno di aiutare i consumatori a sprecare meno cibo in casa e piattaforme per gestire al meglio i prodotti agricoli che non vengono assorbiti dal mercato».  

Il progetto, per il quale la Commissione Europea ha stanziato circa 6 milioni di Euro, coinvolge 27 partners da tutta Europa, tra cui 10 università e centri di ricerca e ben 17 tra start-up ideatrici delle innovazioni e aziende del settore agroalimentare.
 

«E’ una iniziativa - sottolinea con orgoglio il rettore visti i risultati ottenuti dai giovani ricercatori – che ha visto Unitus in prima fila trattandosi di una grande sfida per costruire, tramite l’interazione tra studiosi e operatori del settore, filiere alimentari più sostenibili, nelle quali molto meno cibo vada sprecato». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero