Longevità degli alberi e viticoltura: due progetti internazionali di Unitus

Un pino loricato
Università degli studi della Tuscia vola con i progetti internazionali. Il primo dedicato alla tutela di pini secolari; il secondo alla produzione viti-vinicola. Sui...

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Università degli studi della Tuscia vola con i progetti internazionali. Il primo dedicato alla tutela di pini secolari; il secondo alla produzione viti-vinicola. Sui vecchi pini sono schierati l’Università di Valladolid (Spagna); l’Università del Mainz (Germania), di Cambridge (Regno Unito) e il Pyrenean Institute of Ecology (CSIC, Spagna).

 
Il secondo, finanziato dalla Ue con un contributo a fondo perduto del 55%,  coinvolge 7 partner di Italia, Spagna e il Portogallo, Libera Università internazionale degli studi sociali (Luiss), il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’economia agraria, quattro aziende italiane e spagnole di servizi logistici e la  collaborazione di due aziende viti-vinicole (la Falesco di Montefiascone e la Bodega Conrad in Spagna).
 
Un’occhiata agli obiettivi perseguiti dai due progetti. Il primo, «ha dimostrato - spiega Gianluca Piovesan di Unitus – che i vecchi pini loricati e uncinati testimoniano l’abbandono delle montagne del mediterraneo a causa della crisi demografica tardo medievale (XIV and XV secolo). Se ben gestito, l’abbandono della montagna mediterranea che va avanti ormai dal boom economico, potrà portare nel lungo periodo alla genesi di nuove foreste vetuste di cui abbiamo bisogno per conservare la biodiversità e mitigare i cambiamenti climatici».
 

Il secondo progetto intende individuare soluzioni strategiche per la gestione agronomica e colturale della produzione viti-vinicola con l’introduzione di nuove tecnologie, volte ad attivare una viticoltura di precisione con ricadute positive sull’ambiente e sulla salubrità. Il partenariato - coordinato dal Dibaf (dipartimento per la innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali), con l’impegno dei docenti Mauro Maesano, Rita Biasi, Emanuele Blasi ed Elena Brunori – si propone inoltre di promuovere una forte interazione tra istituti di ricerca e aziende private per sviluppare gestioni innovative che garantiranno un impatto significativo sulle problematiche ecologico-ambientali legate alla intensificazione della viticoltura nello scenario delle prossime emergenze ambientali.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero