Viterbo, iraniano il primo dottore di ricerca in Agraria in via telematica

IL chiostro medievale del rettorato di S. Maria in Gradi
Si chiama Rahi Yaseen Jundi Rahi. E’ cittadino dell’Iraq.  A Viterbo ha seguito i corsi del Dafne (dipartimento di scienze agrarie forestali)...

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Si chiama Rahi Yaseen Jundi Rahi. E’ cittadino dell’Iraq.  A Viterbo ha seguito i corsi del Dafne (dipartimento di scienze agrarie forestali) dell’Università degli studi della Tuscia.

 
Può vantare un record: nei giorni scorsi, ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Scienze delle produzioni vegetali e animali, con giudizio unanime della commissione: ottimo. Rahi Yaseen è stato guidato dai docenti Giorgio Mariano Balestra e Angelo Mazzaglia, con la collaborazione del ricercatore Franco Valentini dell’Istituto agronomico Mediterraneo di  Bari.
 
«E' la prima volta che il nostro ateneo – sottolinea il rettore Stefano Ubertini – conferisce questo prestigioso titolo di studio in modalità telematica».
 
«La tesi presentata – spiega Nicola Lacetera, direttore del Dafne – ha comportato tre anni di lavoro. Il titolo: Approaching the micro-evolution of bacterial pathogens of plants using MLVA: invasive outbreaks vs endemic diseases (approccio alla microevoluzione di batteri patogeni delle piante impiegando la tecnica MLVA: focolai invasivi vs. malattie endemiche).  La ricerca ha permesso di chiarire, mediante avanzate tecniche di biologia molecolare, la diffusione e l'epidemiologia di tre differenti e pericolose popolazioni batteriche diffuse a livello mondiale, responsabili di ingenti danni alle coltivazioni dell'actinidia, produttrice dei frutti di kiwi (Pseudomonas siringae pv. actinidiae, agente causale del cancro batterico dell'actinidia); dell’olivo (Psedudomonas savastanoi pv. Savastanoi, agente causale della rogna dell'olivo); Xylella fastidiosa, agente causale del disseccamento rapido dell'olivo».
 
I risultati della ricerca vengono giudicati di grande importanza in quanto permetteranno di sviluppare appropriate tecniche, affidabili, rapide e non costose, per il monitoraggio e l'individuazione di nuovi focolai di questi patogeni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero