La fotografia, dal dagherrotipo al digitale. Corso di alta formazione di Unitus

Rettorato di S. Maria in Gradi: chiostro medievale
“La fotografia, dal dagherrotipo al digitale. Tecniche, conservazione, archiviazione, digitalizzazione”. E’ il titolo del corso di alta formazione al via...

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“La fotografia, dal dagherrotipo al digitale. Tecniche, conservazione, archiviazione, digitalizzazione”. E’ il titolo del corso di alta formazione al via giovedì 8 aprile dalle ore 15 sulla piattaforma digitale didattica di dell’Università della Tuscia. L’iniziativa è curata dal Disucom (dipartimento di scienze umanistiche, della comunicazione e del turismo) nell’ambito delle attività del Centro di eccellenza distretto tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni e alle attività culturali della Regione Lazio. 

All’inaugurazione partecipano il prorettore dell’ateneo Alvaro Marucci, il direttore dell’Istituto centrale per il catalogo e la documentazione Carlo Birrozzi (Iccd). Gli interventi sono di   Francesca Bonetti, del direttivo della Società italiana per lo studio della fotografia; Simona Turco (Iccd); mentre Giovanni Fiorentino, direttore Disucom, insieme a Luisa Carbone, docente di Geografia e sistemi informativi geografici, presenteranno il programma didattico che vedrà impegnati i corsisti in un percorso ad alta specializzazione fino all’estate, quando poi ognuno svolgerà presso istituzioni e imprese operanti nel settore dei beni culturali lo stage dedicato alla messa in pratica delle conoscenze acquisite.

«Il percorso formativo di alto profilo – sottolinea Fiorentino - proposto dal nostro dipartimento coinvolge una trentina di studenti provenienti da tutta Italia, ha l’obiettivo di formare figure professionali in grado di riconoscere le tecniche fotografiche dall’analogico al digitale, al fine di affrontare le pratiche e i processi di conservazione, archiviazione, documentazione e valorizzazione della fotografia storica, fornendo gli strumenti di base necessari alla gestione e alla fruizione di raccolte e archivi fotografici, in una prospettiva di sempre maggiore convergenza tecnologica».

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Il Messaggero