Fusione nucleare, l’Università della Tuscia è sempre più internazionale: accordo con Oxford

Ingegneri al lavoro in un reattore per la fusione nucleare
Ancora una prestigiosa collaborazione scientifica per l'Università della Tuscia, a tutto favore anche gli studenti di ingegneria. La notizia: Tokamak Energy, spin-out...

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Ancora una prestigiosa collaborazione scientifica per l'Università della Tuscia, a tutto favore anche gli studenti di ingegneria. La notizia: Tokamak Energy, spin-out dell’Oxford’s Culham center for Fusion energy, ha scelto il corso di Ingegneria di Unitus per attività di ricerca sulla fusione nucleare. 

«L’accordo è stato firmato nei giorni scorsi – spiega il rettore Stefano Ubertini – e  prevede tra l’altro il finanziamento di borse di studio per i giovani studenti del nostro ateneo per attività di studio inerenti i materiali, i calcoli elettromagnetici e termo-strutturali e la fisica delle particelle neutre, con la possibilità di un periodo di tirocinio in Inghilterra per misurarsi con le migliori università consorziate di Tokamak Energy, come Princeton (Usa) per seguire da vicino gli esperimenti dello Spherical Tokamak ST40 finanziato con investimenti privati di oltre 100 milioni di euro».

Come è maturata la scelta dell’Oxford’s Culham center? «Il nostro ateneo – sottolinea Giuseppe Calabrò, presidente del corso di laurea  - è uno dei pochi della Penisola  che prevede nei corsi di ingegneria esami di tecnologie per la fusione nucleare. Recentemente abbiamo aderito al consorzio “DTT scarl” per la realizzazione in Italia di un esperimento di oltre 500 milioni di euro che studierà le possibili soluzioni al problema degli elevati carichi termici che si raggiungono negli esperimenti di fusione nucleare».

La Scuola di Ingegneria viterbese è più che articolata. Oltre la laurea triennale in Industriale (con un numero programmato di accessi pari a 150) prevede anche quella magistrale in Meccanica e un corso di dottorato in “Engineering for Energy and Environment”. «I nostri corsi – aggiunge Calabrò -  sono stati riconosciuti come eccellenti nel panorama internazionale, come testimonia l’ingresso recente di Unitus in “FuseNet”, il network europeo delle grandi università che operano nel campo dell’energia da fusione e che prevede borse di mobilità tra le università consorziate come quelle di Oxford, la TUM di Monaco e la TU/e di Eindhoven»

Per iscriversi e partecipare al test di ammissione cfr.  (http://unitusorienta.unitus.it, sezione Ingegneria).

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Il Messaggero