Unitus: arrivano 200mila euro per valorizzare i beni culturali attraverso il digitale

Bolsena, l'area archeologica di Volsini
Duecentomila euro. A tanto ammonta il finanziamento concesso all’Università della Tuscia nell’ambito del programma “Dtc” (distretto tecnologico per...

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Duecentomila euro. A tanto ammonta il finanziamento concesso all’Università della Tuscia nell’ambito del programma “Dtc” (distretto tecnologico per le nuove tecnologie applicate ai beni ed alle attività culturali) bandito da Lazio Innova della Regione Lazio.

 Obiettivo: «Migliorare – spiega il rettore Stefano Ubertini - i livelli di conoscenza, conservazione e fruizione dei beni culturali attraverso l’ausilio di strumenti e contenuti digitali, realtà virtuale, applicazioni orientate a un turismo consapevole e sostenibile».

Cinque i progetti, proposti da quattro dipartimenti: Disocum (scienze umanistiche della comunicazione e del turismo); Dibaf (innovazione nei sistemi biologici agroalimentari e forestali); Deim (ingegneria, economia, società e impresa); Distu (studi filosofico-letterari, storico-filosofici, giuridici).

Come sono articolati i progetti? Quello del Disocum,  legato alla promozione e la conoscenza del territorio, è stato elaborato, sotto la guida di Francesco Maria Donini, docente di Linguaggi e tecnologie per il web e Paola Vocca, docente di Informatica,  punta a migliorare l’esperienza del turista attraverso un percorso guidato con l’ausilio della geolocalizzazione. Il progetto di Stefano De Angeli, docente di Archeologia classica del Dibaf, ha l’obiettivo di monitorare e prevenire le minacce attraverso lo sviluppo di una mappa di rischio.

Entra in campo anche il capitolo del restauro con due progettazioni. La prima, a cura di Manuela Romagnoli,  docente di Tecnologia del legno e utilizzazioni forestali del Dibaf, intende costruire una filiera del restauro del legno basata sull’impiego di bio-nanotecnologie per il restauro e de-restauro di manufatti lignei storico-artistici, contemporanei e archeologici, anche subacquei. La seconda, elaborata da Claudia Pelosi, docente di Diagnostica dei beni culturali del Deim, prevede il restauro di due importanti beni architettonici della città di Viterbo, con l’ausilio di nanotecnologie. da remoto.

Il digitale e la “realtà aumentata” supportano la proposta coordinata da Salvatore De Vincenzo, docente Distu, di Archeologia classica, incentrata sulla valorizzazione dell’area archeologica di Volsinii e dell’intero comprensorio di Bolsena, grazie ad un software elaborato per garantire un sistema di illuminazione autosufficiente che consentirà la visita dei siti anche in notturna.

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Il Messaggero