Elezioni, gli obiettivi: «Inserire Viterbo e Civita Castellana nel Consorzio industriale del Lazio»

Angelo Camilli
Per Unindustria “è importante inserire anche Viterbo e Castellana all’interno del perimetro delle attività del Consorzio industriale unico del Lazio....

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Per Unindustria “è importante inserire anche Viterbo e Castellana all’interno del perimetro delle attività del Consorzio industriale unico del Lazio. C’è un forte interesse del territorio che si è già dichiarato attraverso tutti i suoi operatori. Noi lavoreremo in quella direzione. E’ importante che quell’area entri dentro gli investimenti pianificati dal Consorzio”.

Lo ha detto ieri il presidente Angelo Camilli nella conferenza stampa di presentazione delle richieste del sistema industriale ai candidati alle elezioni regionali, parlando di “attrattività”. Allo stato attuale la città dei papi e il distretto della ceramica sono fuori dall’ente che riunisce 5 consorzi industriali nati all’epoca della cassa del Mezzogiorno, ma con nuove sfide. “Abbiamo promosso e lavorato su progetti come il Consorzio industriale unico del Lazio, chiediamo che venga portato avanti, bisogna farlo funzionare e farne effettivamente un braccio operativo della Regione sulla politica industriale del Lazio”, ha esclamato Camilli.

Infrastrutture. “C’è un programma di realizzazione infrastrutturale importantissimo, ci sono le risorse e i commissari. Bisogna dare segnali concreti di realizzazione di queste opere già da quest’anno”. Per la Tuscia il completamento della Orte-Civitavecchia “fondamentale da realizzare”. Concluso il periodo dei contenziosi al Tar, gli industriali chiedono alla Regione di “chiarire con il commissario il piano temporale dei lavori e definire un obiettivo plausibile per la consegna dell’opera”.

Il presidente di Unindustria ha spiegato che il Lazio “in questi due anni ha recuperato il Pil perso durante la pandemia, siamo più o meno ai livelli precedenti”. Viterbo addirittura ha riportato una crescita superiore a quella nazionale (+1,5%). Il futuro? “La previsioni non sono positive, ma secondo alcuni analisti ci sono segnali di speranza legati a una possibile riduzione dell’inflazione nel secondo semestre dell’anno e alle opportunità che potremmo cogliere con l’attuazione del Pnrr e la messa a terra della programmazione comunitaria che riguarda le regioni”.

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Il Messaggero