Uccisione del cane Nuvola, la Procura ricorre in Appello

Nuvola, il pastore maremmano
Uccisione del cane nuvola, la Procura riccorre in Appello. Il 7 gennaio scorso l’unico imputato era stato assolto per...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Uccisione del cane nuvola, la Procura riccorre in Appello.


Il 7 gennaio scorso l’unico imputato era stato assolto per insufficienza di prove. Ma la sostituto procuratore Paola Conti ha deciso di andare fino in fondo, anche se ormai la prescrizione è vicinissima.
Il 26 maggio 2013 fu ucciso Nuvola, pastore maremmano di una coppia di Fabrica di Roma. Secondo il consulente dell’accusa, professor Martino Farneti, docente di balistica forense dell’Università della Tuscia sarebbe stato ucciso con un dardo sparato da una balestra. Dardo che lo avrebbe passato da parte a parte ad altissima velocità, lacerando tessuti e organi. Fino a farlo spirare. «Non c’è alcun dubbio - spiegò il consulente in aula - che il cane sia stato ucciso con la balestra. Per la precisione con un dardo coi puntali per la caccia agli animali. La freccia lo ha trapassato a velocità elevatissima». All’uomo nella fase delle indagini sono stati sequestrati cinque dardi e una balestra.
Ma la perizia del professor Farneti durante il dibattimento è stata messa in dubbio dal perito nominato dal Tribunale. 
«In base agli esami effettuati - disse il perito Emilio Galeazzi durante la deposizione - e agli studi sugli oggetti in sequestro posso dire che è stato sicuramente un fatto efferato che l’animale è stato colpito con un corpo appuntito con profilo quadrilatero, tipo attrezzo agricolo. Non è possibile specificare quale dei due fori, trovati sul pastore maremmano, sia quello di entrata e quale di uscita. Escludo che per praticarli sia stata usata una balestra come quella sequestrata all’imputato, in quanto in commercio non ci sono dardi che possano lasciare quel tipo di ferite».
Alla fine il primo grado si è concluso con una piena assoluzione per mancanza di prove e l’unico imputato, dopo 7 anni di processo e una marea di denunce, è tornato a casa da innocente. 

Nel processo si erano costituiti parti civili, assistite dagli avvocati Anna Paradiso, Giacomo Barelli e Dominga Martines: il proprietario, l’Enpa e l’associazione animalista, Incrociamo le zampe onlus. Con un secondo processo saranno di nuovo parte attiva. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero