Extravergine, crolla nella Tuscia la raccolta delle olive. Le paure dei produttori

Extravergine, crolla nella Tuscia la raccolta delle olive. Le paure dei produttori
Raccolta più che dimezzata, nella Tuscia crolla la produzione delle olive. La situazione peggiore a Canino dove si registra un calo del 70%, non va meglio nell'area sud...

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Raccolta più che dimezzata, nella Tuscia crolla la produzione delle olive. La situazione peggiore a Canino dove si registra un calo del 70%, non va meglio nell'area sud tra Blera e Vetralla con una diminuzione tra il 50 e il 60%. Un anno nero dopo il boom della scorsa stagione.

«Da salvare c'è poco niente spiega Nicola Fazzi, direttore del Colli Etruschi di Blera, 330 soci che coltivano oltre 40 mila piante distribuite su 800 siti . L'unica cosa da fare e pensare al prossimo anno sperando che sia migliore». A determinare il crollo della produzione l'instabilità del clima. «Il gelo di aprile e la siccità estiva hanno provocato alle piante un profondo stato di choc compromettendo lo sviluppo del frutto. Quello che più preoccupa è che di stagioni del genere ne vivremo di nuove: il clima sta cambiando e gli effetti rischiano di essere molto pesanti».

Pesanti sia per gli agricoltori, con centinaia di aziende agricole che rischiano di andare in affanno nonostante l'attivazione di fondi straordinari di sostegno, dopo il riconoscimento dallo stato di calamità successivo alle gelate del 6 e 8 aprile. E sia per i consumatori. «Il prezzo al litro potrebbe subire degli aumenti. Stiamo cercando di limitarli il più possibile, ma gli agricoltori hanno poca forza nell'arginare il fenomeno», aggiungono da Blera.

Due sono le ragioni che spingono in alto il prezzo: da una parte la mancanza di prodotto che a parità di richiesta ne alza fisiologicamente la quotazione, dall'altra i rincari delle materie prime necessarie per il confezionamento e la distribuzione. «Il vetro è aumentato sensibilmente, così come il prezzo del cartone e la banda stagnata con la quale si realizzano le lattine. E non parliamo di pochi centesimi, in alcuni casi - spiegano dai frantoi - i rincari sono in doppia cifra: è un momento davvero complicato».

Più che sui guadagni insomma, la conta si fa sui danni. È così anche all'Oleificio sociale cooperativo di Canino. Spiega il presidente Quinto Alfredo Bartoccini: «Nel giro di 12 mesi abbiamo toccato il punto più alto e più basso della produzione. Il 2020 è stato un anno eccezionale sia per quantità che per qualità. Il 2021 segna un tonfo con una resa ai minimi termini: circa un quarto di quanto prodotto lo scorso anno. Ci aspettavamo un anno duro, ma non in questi termini».

Altro aspetto negativo è legato alla qualità dell'olio: «Rimane su standard elevati ma inferiore allo scorso anno. Le dinamiche meteorologiche e la sofferenza della piante pesano sul prodotto», aggiunge Bartoccini.
 

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Il Messaggero