Test sierologici dai privati: da lunedì obbligo di tampone per i positivi. Ma nessuna certezza per chi lo ha già eseguito

I test di laboratorio sul Covid
Test sierologici, il caos è scoppiato. Già da due settimane, nel Viterbese i laboratori privati hanno aggredito un mercato che fa gola: in vista della Fase 2,...

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Test sierologici, il caos è scoppiato. Già da due settimane, nel Viterbese i laboratori privati hanno aggredito un mercato che fa gola: in vista della Fase 2, infatti, centinaia di cittadini hanno fatto crescere la domanda per un esame capace di certificare se si è entrati in contatto con il virus. Il 17 aprile, da Roma è partita una circolare a tutte le strutture che eseguono analisi nel Lazio allo scopo di verificare chi avesse i requisiti per effettuare i test, per poi generare un albo. Molti tra i destinatari hanno però interpretato la missiva come una autorizzazione vera e propria, pubblicizzando il servizio e sparando prezzi in barba alle indicazioni della Regione.


“Al 30 aprile abbiamo censito 172 laboratori analisi in grado di processare il prelievo venoso dietro prescrizione del medico curante”, ha annunciato ieri l’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato. Ma l’elenco ancora non è pubblico. Lo sarà dopo l’approvazione ufficiale di un provvedimento da parte della giunta. E chi ha fatto sinora il test quali garanzie ha di non aver gettato soldi al vento? Al momento, poche.

Solo da lunedì, infatti, con l’avvio dei test sulle forze dell’ordine e il personale sanitario, entrerà a regime la comunicazione diretta al sistema sanitario regionale. In pratica, mentre queste categorie più esposte verranno sottoposte allo screening da parte del personale delle Asl, i cittadini privati potranno rivolgersi al medico curante e, con ricetta, recarsi nei laboratori privati presenti nell'albo. In caso di risultato positivo, dovranno subito comunicarlo al dottore (ma l’informazione sarà in automatico inviata alla Regione anche dalla struttura) e recarsi entro 48 ore alla postazione drive-in di Belcolle per effettuare il tampone. Se positivo, verrebbero messi in quarantena.


Restano nel limbo i viterbesi che hanno effettuato il test sierologico dall’ultima settimana di aprile a oggi. Solo nel capoluogo, il laboratorio di San Faustino e il Centro polispecialistico Giovanni Paolo I hanno già avviato il servizio. Alcuni Comuni, tra cui Orte, si sono rivolti al centro diagnostico Diana di Vetralla. Quanti sono stati trovati positivi avevano l’obbligo di autodenunciarsi alla Asl. A parole, però. E pochi lo hanno fatto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero