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Viterbo sempre più terra di biodigestori, gli impianti per la produzione di combustibile “verde”. L’ultimo sorgerà sulla Strada provinciale 7 Commenda, in località Mogliane, a un paio di chilometri di distanza in linea d’aria dal Bagnaccio. Tratterà reflui zootecnici, insilati e scarti di ortaggi (circa 36mila tonnellate/anno). Nei giorni scorsi il via libera dalla conferenza dei servizi provinciale al progetto della società Castelleone Biometano, sulla base dei pareri "espressamente positivi" nel loro complesso degli enti (tra gli altri Comune, Provincia e Regione Lazio), con alcune prescrizioni. Sale a tre così il numero di impianti per biometano a Viterbo: uno era stato approvato a settembre 2021 all'Acquarossa (società Biometano Tuscia), un altro adiacente alla discarica delle Fornaci è in fase di Via. Ma mentre le richieste arrivano e i procedimenti si concludono, palazzo dei Priori è ancora privo di un piano regolatore sulle aree per le fonti rinnovabili.
“Come Comune – si legge dai verbali dell'ultima conferenza dei servizi - non abbiamo ancora completato ed approvato la localizzazione delle aree idonee e non idonee come la Regione aveva imposto.
A fine marzo dall’assemblea Anci, la sindaca chiese “maggiore potestà regolamentare per i comuni nella decisione delle aree di atterraggio dei progetti fer (fonti energie rinnovabili, ndr)”. Forse a questo punto più un appello generico. Frontini spiegò pure che su energia e sviluppo sostenibile l'obiettivo del suo esecutivo è “coinvolgere i cittadini dal basso”. Ebbene però, la conferenza dei servizi per l’impianto di Mogliane si è svolta tra il 19 dicembre 2022 e lo scorso 19 aprile, ma del procedimento non si è saputo nulla.
Premesso che ogni istanza è diversa dall’altra (tipo di biomassa, tecnologia), tutti ricordano che da consigliera di opposizione la sindaca Frontini fu una dura oppositrice di queste iniziative. Si veda la battaglia contro il biodigestore vicino Ferento. Il suo no allora anche “per il rischio di incidenti dovuto all’aumento del traffico veicolare”, il viavai di camion. Ci fu un consiglio comunale, invitata la società proponente, per illustrare il progetto. Non si poteva approfondire anche stavolta?
Per esempio, gli odori del nuovo impianto si percepiranno lì intorno? “A seguito degli studi effettuati non abbiamo un impatto negativo nell'ambiente sia dal punto di vista odorigeno sia per inquinanti”, hanno dichiarato i progettisti. Lungo la recinzione una fascia con essenze arboree larga 5 metri. Celleno, come Comune che confina col capoluogo, ha chiesto in più uno studio “dei flussi dei venti e della loro intensità in base al quale individuare barriere fisiche, alberature o altri tipi di schermature” per gestire eventuali situazioni di emergenza.
Idem per le misure di compensazioni. Solo dagli atti si apprende che c’è stato già un confronto tra società e Comune. La giunta sceglierà tra la fornitura di 3 scuolabus elettrici, il revamping di autobus da diesel ad elettrici, un finanziamento per migliorare l'illuminazione di un'area cittadina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero