Riaprono Bullicame, piscine Carletti e Terme dei Papi: ecco quanti possono entrare in vasca

Riaprono Bullicame, piscine Carletti e Terme dei Papi: ecco quanti possono entrare in vasca
E anche il termalismo libero riparte. Il sindaco Giovanni Arena ha firmato l’ordinanza per quello di competenza comunale, indicando per ogni vasca il numero massimo di...

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E anche il termalismo libero riparte. Il sindaco Giovanni Arena ha firmato l’ordinanza per quello di competenza comunale, indicando per ogni vasca il numero massimo di fruitori. Ma c’è un’altra struttura che sta ripartendo: le Terme dei Papi, che nel frattempo hanno fatto di necessità virtù, impiegando i tempi di chiusura forzata per ristrutturare e ingrandire. Ora l’albergo ha 10 camere in più, ma resta in sospeso la firma del contratto con palazzo dei Priori per via della quantità di acqua concessa: «Spero decidano per il meglio», auspica il patron Fausto Sensi.

Tutti in acqua, o almeno un po’ per volta: il termalismo libero torna accessibile. Solo le due vasche grandi delle piscine Carletti restano interdette, «in quanto per struttura delle stesse e temperatura dell’acqua – scrive il sindaco - potrebbero presentare estremi di rischio biologico da evitare». Le altre? Possono essere a bagno contemporaneamente un massimo di 35 persone in una delle vasche del Bullicame e 16 nell’altra, in quelle delle piscine Carletti rispettivamente 10, 3 e una.

Alle terme dei Papi invece la piscina è rimasta sempre aperta, mentre pian piano riprende anche l’attività ricettiva. «Avevamo avvertito l’amministrazione di voler riaprire gradatamente dalla fine di maggio – dice Sensi – abbiamo quindi invitato i consiglieri comunali a vedere ciò che nel frattempo siamo riusciti a realizzare. Anche se è solo una parte di ciò che vorremmo fare. Il riscontro è stato ampiamente positivo». Sono state ottimizzate e ristrutturate alcune parti all’interno dell’albergo, «che ora ha 10 camere in più: siamo arrivati a quota 33».

Dal 28 maggio sono dunque ripartite anche le prenotazioni per la parte alberghiera. «Un anno e mezzo di chiusura lascia il segno – continua - ma abbiamo gestito il tempo in maniera ottimale, non sprecando nemmeno un minuto: ci siamo preparati al dopo Covid, a causa del quale non abbiamo fatto inaugurazioni per la parte nuova. Le prenotazioni riprendono gradatamente, perché molti ancora non sanno della riapertura».

Resta invece ancora da sciogliere il nodo della firma del contratto con il Comune. «La nostra parte l’abbiamo fatta: sono stati consegnati i documenti e fatto quanto ci è stato chiesto. E poi ho mostrato tutto de visu al di là dei pezzi di carta. Ora aspetto che l’amministrazione digerisca il dossier e prenda le opportune decisioni». L’auspicio è che «finalmente ci lascino gestire in maniera serena e di massima efficienza, perché attualmente stiamo lavorando a tre cilindri». E’ il solito discorso della quantità di acqua concessa, inferiore a quella che servirebbe alla struttura. E su questo, conclude Sensi, «spero possa decidere per il meglio».

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Il Messaggero