Nei teatri tre serate in compagnia di Pupi Avati, Silvio Orlando e Claudio Margottini

Pupi Avati
Tre eventi infrasettimanali ospitati nelle strutture culturali del capoluogo. Al Teatro Caffeina, giovedì 11 novembre,...

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Tre eventi infrasettimanali ospitati nelle strutture culturali del capoluogo.

Al Teatro Caffeina, giovedì 11 novembre, ore 18,30, in prima nazionale, il regista Pupi Avati dialoga con lo scrittore Giorgio Nisini e l’italianista Anna Pegoretti a margine del suo lavoro “L’alta fantasia. Il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante”, un romanzo storico che parte dal giorno della morte del Sommo Poeta, tra il 13 e il 14 settembre 1321, esiliato e misconosciuto a Ravenna. Così l’incipit: «Nel convento delle clarisse di Santo Stefano degli Ulivi, l'albero di mele selvatiche che le suore chiamano "l'albero del Paradiso" smette misteriosamente di dare frutti”. Il regista emiliano, da vent'anni studioso dell'opera di Dante, ha scelto come protagonista Giovanni Boccaccio, che di Alighieri fu biografo e appassionato divulgatore. Il viaggio parte dal citato convento, dove la figlia di Dante si è fatta monaca, per consegnarle il risarcimento elargito dalla città per l'ingiusto esilio inflitto a suo padre.

Ancora al Teatro Caffeina, venerdì 12 novembre, ore 18,30, incontro con Claudio Margottini e il suo “Viaggio in Afghanistan”. Viterbese, geologo, già attaché scientifico presso l’ambasciata italiana in Egitto, dal 2002 al 2013 Margottini ha lavorato in prima persona nel paese dei Taliban, occupandosi del restauro di importanti opere culturali. «Il suo occhio vigile, attento e competente – spiegano a Caffeina - ci aiuterà a raccontare quel che sta accadendo in centro Asia, affrontandolo da una prospettiva diversa e intrigante: quella di un addetto scientifico che ha potuto contribuire alla conservazione dei beni di pregio culturale e ha potuto lavorare sullo sviluppo industriale di una regione martoriata da conflitti».

Sempre venerdì, alle ore 21, al Teatro dell’Unione anteprima della stagione 2021/2022, con Silvio Orlando in “La vita davanti a sé”, tratto dal libro di Romain Gary. E’la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani.

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Il Messaggero