Spaccio durante il Covid. «Si ordinava sui social, poi la consegna». Algerino a processo

Carabinieri
«Si ordinava sui social, poi la consegna avveniva di persona». Tre giovanissimi raccontano in aula, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, come riuscivano a...

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«Si ordinava sui social, poi la consegna avveniva di persona». Tre giovanissimi raccontano in aula, davanti al collegio del Tribunale di Viterbo, come riuscivano a trovare hashish anche durante le restrizioni dovute al Covid.

«Ero stato aggiunto a un gruppo di Telegram dal nome “reefgoldenmountain”, qui c’erano video di hashish e droga. Tramite il social prendevo accordi con una persona che non ho mai conosciuto e al giorno e l’ora stabiliti avveniva lo scambio». Poteva essere davanti al bar di Grotte di Castro o al supermercato di Acquapendente. A dirigere le operazioni di vendita sarebbe stato un 24enne algerino.

Il ragazzo, ai domiciliari da 10 mesi, è accusato di spaccio a minori. Il giovane è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Montefiascone la scorsa estate al termine di una serrata indagine. Indagine iniziata per caso a marzo 2021 anno una pattuglia dei carabinieri di Bolsena aveva notato, in zona disabitata e in violazione del coprifuoco allora in atto, due giovani appartati che si passavano qualcosa. L’immediato intervento consentì di accertare che il 24enne aveva appena consegnato una dose di fumo a un giovanissimo. 

Eseguite le perquisizioni i militari sequestrarono 85 grammi di hashish, un bilancino elettronico di precisione e materiale vario utilizzato per il confezionamento. Il successivo mese di aprile, il constante monitoraggio del ragazzo, anche tramite specifica attività informativa, ha permesso ai carabinieri di Grotte di Castro di intercettare un plico, proveniente dall’estero tramite corriere, consegnato al giovane. Anche in questo caso i militari sono intervenuti tempestivamente e hanno sequestrato 10 ovuli di hashish per il peso di un etto, confezionati ed etichettati.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri il giovane aveva messo in piedi una piazza di spaccio con acquirenti giovanissimi dei paesi del lago di Bolsena. «Non l’ho mai conosciuto di persona - ha spiegato un 22enne in aula - ho solo preso accordi prima sul gruppo social e poi su Whatsapp per acquistare del fumo. Avevo ordinato 13 grammi per un valore di 300 euro. Lo scambio è avvenuto in macchina davanti a un supermercato di Acquapendente. Oggi non saprei nemmeno riconoscerlo, non sapevo nemmeno il suo nome».

Grazie ai social riusciva a prendere accordi per le vendite che avveniva tutte nella zona intorno al lago di Bolsena. «Ho comprato 20 euro di fumo - ha detto in aula un altro giovane acquirenti - me lo ha dato davanti a un supermercato mentre camminavano».

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Il Messaggero