«Epifani, un amico della Tuscia»: Filippi (Cgil) ricorda il legame dell'ex segretario con Viterbo

Guglielmo Epifani a Viterbo
«Un amico della Tuscia». Guglielmo Epifani è stato anche questo. All'indomani della sua scomparsa, a ricordarlo è Antonio Filippi, già...

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«Un amico della Tuscia». Guglielmo Epifani è stato anche questo. All'indomani della sua scomparsa, a ricordarlo è Antonio Filippi, già segretario della Cgil di Viterbo ed exresponsabile Politiche energetiche del sindacato. Le vertenze del territorio ma anche le sue ricchezze culturali e folkloristiche: Epifani le ha conosciute e vissute in prima persona. 

«È stato visitatore entusiasta di fronte alla bellezza di “San Pellegrino in Fiore”. È rimasto estasiato al trasporto della Macchina di S. Rosa. Ha voluto respirare i profumi e il calore della Festa della castagna a Canepina, con un apprezzamento totale della cucina tipica degustata nella caratteristica “cantina di Santa Corona», ricorda Filippi. Ma prima di tutto Epifani è stato nella Tuscia per restare al fianco dei lavoratrici e dei lavoratori.  

«È stato presente nel nostro territorio molte volte per affrontare, insieme al gruppo dirigente della Cgil di Viterbo dell’epoca, le varie tematiche legate allo sviluppo economico e alle criticità occupazionali. Conosceva da vicino - continua FIlippi - tutto il travaglio della costruzione della centrale Enel di Montalto di Castro. Le potenzialità dell’intera filiera turistica legata ai Beni culturali e ambientali, di cui la Tuscia è ricca. Con un occhio sempre attento però al vero collo di bottiglia rappresentato dalla scarsa rete infrastrutturale, sia ferroviarie sia viaria, che di fatto impediscono, ancora oggi, la connessione diretta con la grande area metropolitana di Roma, con il porto di Civitavecchia, con le potenzialità attrattive della Toscana».

Epifani è andato oltre rispetto a quel «raffinato intellettuale, riconosciuto da tutti. È stato un vero riformista gentile, ma con la giusta cornice di fermezza nella difesa dei diritti e della dignità di tutti i lavoratori e lavoratrici. Il gruppo dirigente della Cgil di Viterbo - conclude Filippi - si è formato e ha combattuto nel territorio seguendo queste direttrici. Purtroppo ancora oggi non realizzate completamente».

 

 

 

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Il Messaggero