Scuola dell'infanzia e primaria al Carmine, ritardi nei lavori: ingresso nel fango

Scuola dell'infanzia e primaria al Carmine, ritardi nei lavori: ingresso nel fango
Un benvenuto da incubo. L’ingresso secondario della scuola al Carmine - individuato quest’anno per differenziare gli ingressi degli alunni ed evitare assembramenti...

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Un benvenuto da incubo. L’ingresso secondario della scuola al Carmine - individuato quest’anno per differenziare gli ingressi degli alunni ed evitare assembramenti – ieri mattina si presentava come una distesa di fango e pozzanghere, totalmente impraticabile. Un problema noto dal giorno dell’apertura, su cui palazzo dei Priori ha iniziato a muoversi solo pochissimi giorni fa.

Da lì entrano sia alcune classi della scuola primaria Grandori, sia i più piccoli di quella dell’infanzia Lago Trasimeno. Bambini dunque che vanno dai 3 agli 11 anni. All’entrata e all’uscita ieri oltre al diluvio hanno trovato un campo di fango e acqua, su cui sono piovute pure le polemiche di diversi genitori. Appena iniziato l’anno scolastico, il 24 settembre, tra l’altro posticipato per via del Covid, il Comune aveva assicurato una sistemazione in tempi brevissimi. Invece dopo due mesi la situazione è sempre la stessa.

Il problema era stato segnalato da subito, il Comune aveva quindi provveduto inizialmente con lo sfalcio dell’erba nell’area esterna, con l’impegno a creare a brevissimo un percorso che evitasse proprio quanto si è verificato ieri e in ogni altra situazione di maltempo. La determina di affidamento diretto dei lavori è stata però firmata solo un paio di settimane fa, il 4 novembre. Impegno economico: oltre 11 mila euro.

L’impresa – come scrive il dirigente Massimo Gai sull’atto – ha presentato il dgue (documento di gara unico europeo) «dal quale risulta in possesso dei requisiti di carattere generale». Palazzo dei Priori ha inoltre «accertato la regolarità contributiva mediante durc – si legge nella determina - emesso il 15 ottobre 2020, con scadenza 12 febbraio 2021». A 17 giorni dalla firma però dei lavori ancora non si vede traccia.

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Il Messaggero