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Entrate scaglionate per gli studenti delle superiori. La Befana porta in dono ai circa 13mila alunni che dal 7 gennaio torneranno sui banchi un dono alquanto inatteso (e per molti affatto gradito): la campanella suonerà in due tranche, alle 8 e alle 10. È quanto deciso dal prefetto Giovanni Bruno dopo i lavori del tavolo di confronto avviato una ventina di giorni fa.
Le indicazioni sono in una lettera inviata ieri dal Palazzo del Governo. “Gli istituti scolastici di secondo grado – scrive Bruno - dovranno rimodulare la propria organizzazione secondo i seguenti criteri: previsione di due fasce orarie di ingresso, alle 8 e alle 10; limitazione della percentuale di ingresso degli studenti al 60% nella prima fascia delle 8 e al 40% nella seconda; previsione di due fasce di uscita”.
Oneri anche per gli amministratori: “I sindaci dei Comuni interessati porranno in essere – continua la missiva - ogni azione di supporto volta ad assicurare il rispetto delle disposizioni vigenti per il contenimento della diffusione della pandemia da Covid-19, con particolare riguardo ai luoghi in cui è astrattamente possibile il formarsi di assembramenti (es: punti di fermata delle linee)”. Il tempo per adeguarsi è strettissimo: “Le misure dovranno essere adottate entro il 5 gennaio 2021”, è stabilito.
In premessa vengono esplicitati anche i motivi che hanno spinto Bruno a spezzettare gli ingressi. Innanzitutto, i numeri: “Dai dati forniti dall'ufficio scolastico, sono più di 8mila gli studenti che utilizzano il trasporto pubblico locale”. E qui stanno i problemi: “Secondo quanto evidenziato dalle aziende che erogano i servizi del tpl e in particolare dal Cotral Spa, principale gestore per la popolazione studentesca in ambito provinciale, nonostante tutte le azioni poste in essere dai gestori per potenziare e rendere più efficiente il servizio, la previsione di un'unica fascia oraria di entrata non consentirebbe di soddisfare una significativa quota di domanda”, si legge.
Erano stati i dirigenti, per bocca della rappresentante Andreina Ottaviani (preside dell’Iis Farnese) a ribadire che il problema sono i trasporti: “Lo abbiamo messo per iscritto. Peccato – rimarca – che dopo la prima riunione in Prefettura non siamo più stati invitati. Noi dirigenti della provincia di Viterbo siamo sconcertati per questa esclusione. E gli ingressi scaglionati non sono la soluzione”. Dubbi anche da Luca Profili, sindaco di Bagnoregio, paese dove insiste l’istituto Agrario: “Io, seppur invitato, non ho partecipato agli incontri. Ogni realtà ha problemi a se stanti: poco utili le riunioni con tutti. E i dirigenti andrebbero ascoltati di più”, ribadisce.
Il Messaggero