Saldi estivi al via sabato. Poche certezze e tanti dubbi appesantiti dalle indagini degli operatori di settore. Calo ipotizzato: da un minimo del 15% fino a un picco del 40%...
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Provvedimento che se da una parte ha spinto, di poco, i consumi incentivando la ripresa del mercato, dall’altra ha stabilizzato i prezzi dell’offerta verso il basso assopendo l’effetto dei saldi. E concretizzando, di fatto, la paura di una parte degli esercenti che intravedevano nel documento un semaforo verde verso la svalutazione eccessiva del prodotto e l’innesco di una spirale di ribassi sulla linea della caccia al cliente. «Dai saldi mi aspetto segnali incoraggianti nonostante tutto – spiega Riccardo Streni, della boutique Naldi – il virus ha lasciato una ferita importante a tutti i livelli, quello psicologico per primo. La paura tiene a bada gambe e portafogli».
Una sponda per i commercianti potrebbe venire dall’aumento dal ritorno delle presenze turistiche, sotto la media, ma utili per far crescere i numeri da annotare sul registro dei corrispettivi. «Il nostro pubblico scavalla di poco l’ambito regionale, ma il turismo può garantire quel quid in più specie nel periodo dei saldi - continua Streni – ma pensiamo in positivo e guardiamo avanti». L'orizzonte più prossimo tiene gli occhi sulle prossime sei settimane (la durata dei saldi), utili per recuperare il terreno perso e limitare le perdite degli scarichi primaverili. «
Da settembre avremo in vetrina la nuova collezione autunnale», precisa Naldi. Tradotto: trovare una collocazione ai prodotti sarà difficile per non dire impossibile. A disegnare un quadro tutt’altro che roseo è anche Confesercenti, che torna a chiedere più importanti misure assistenziali per le imprese del settore abbigliamento e individua nel capoluogo un bersaglio facile per la crisi.
«Viterbo, come tutte le città non turistiche, si spopola nel periodo estivo. Mancando i turisti il serbatoio si svuota ulteriormente – spiega il presidente Vincenzo Peparello -. C’è poi un’altra questione che riguarda il concetto stesso di saldi: semplicemente non esistono più. Tra grandi marchi e colossi on line che possono permettersi di stroncare il prezzo di mercato, le piccole aziende sono costrette a saldi tutto l’anno. La liquidità che viene dalle svendite è pressoché nulla». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero