Saldi al via sabato, proiezioni a ribasso: spesa media di 150 euro a famiglia

Saldi al via sabato, proiezioni a ribasso: spesa media di 150 euro a famiglia
 Saldi estivi al via sabato. Poche certezze e tanti dubbi appesantiti dalle indagini degli operatori di settore. Calo ipotizzato: da un minimo del 15% fino a un picco del 40%...

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 Saldi estivi al via sabato. Poche certezze e tanti dubbi appesantiti dalle indagini degli operatori di settore. Calo ipotizzato: da un minimo del 15% fino a un picco del 40% rispetto agli anni scorsi. In ribasso anche la spesa media passata da 174 euro a 156 a famiglia. A pesare, non solo la pandemia ma la deregolamentazione, votata all’unanimità lo scorso giugno dalla Regione Lazio, che ha permesso ai commercianti di applicare una scontistica efficace sulla merce estiva già 30 giorni prima dei saldi.


Provvedimento che se da una parte ha spinto, di poco, i consumi incentivando la ripresa del mercato, dall’altra ha stabilizzato i prezzi dell’offerta verso il basso assopendo l’effetto dei saldi.  E concretizzando, di fatto, la paura di una parte degli esercenti che intravedevano nel documento un semaforo verde verso la svalutazione eccessiva del prodotto e l’innesco di una spirale di ribassi sulla linea della caccia al cliente. «Dai saldi mi aspetto segnali incoraggianti nonostante tutto –  spiega Riccardo Streni, della boutique Naldi – il virus ha lasciato una ferita importante a tutti i livelli, quello psicologico per primo. La paura tiene a bada gambe e portafogli».

Una sponda per i commercianti potrebbe venire dall’aumento dal ritorno delle presenze turistiche, sotto la media, ma utili per far crescere i numeri da annotare sul registro dei corrispettivi. «Il nostro pubblico scavalla di poco l’ambito regionale, ma il turismo può garantire quel quid in più specie nel periodo dei saldi - continua Streni – ma pensiamo in positivo e guardiamo avanti». L'orizzonte più prossimo tiene gli occhi sulle prossime sei settimane (la durata dei saldi), utili per recuperare il terreno perso e limitare le perdite degli scarichi primaverili. «

Da settembre avremo in vetrina la nuova collezione autunnale», precisa Naldi. Tradotto: trovare una collocazione ai prodotti sarà difficile per non dire impossibile. A disegnare un quadro tutt’altro che roseo è anche Confesercenti, che torna a chiedere più importanti misure assistenziali per le imprese del settore abbigliamento e individua nel capoluogo un bersaglio facile per la crisi. 


«Viterbo, come tutte le città non turistiche, si spopola nel periodo estivo. Mancando i turisti il serbatoio si svuota ulteriormente – spiega il presidente Vincenzo Peparello -. C’è poi un’altra questione che riguarda il concetto stesso di saldi: semplicemente non esistono più. Tra grandi marchi e colossi on line che possono permettersi di stroncare il prezzo di mercato, le piccole aziende sono costrette a saldi tutto l’anno. La liquidità che viene dalle svendite è pressoché nulla». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero